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31 marzo 2011

Sistema farmaceutico italiano in fibrillazione

Farmaci generici, distribuzione ospedaliera, Cassazione ed … etica

Mentre il direttore generale dell'Aifa Guido Rasi si dice "preoccupato" in una intervista al Sole 24ore a proposito del taglio al prezzo dei farmaci fuori brevetto (generici) che avverà a metà aprile (con risparmio per lo Stato di 830 milioni di euro, 625 per il 2011) per effetto del Dl 78 "Stabilizzazione finanziaria e di competitività' economica" convertito nella legge 122/2010, con le relative reazioni del Presidente di Farmaindustria che si sente "vittima predestinata" dei tagli e minaccia di spostare all'estero la produzione e quelle di Assogenerici che spiega come i prezzi dei generici degli altri Paesi (utilizzati per determinare l'entità dei tagli) sono giustificati dai volumi più elevati di quelli italiani.

Mentre la Sifo, la Società italiana di farmacia ospedaliera afferma che la distribuzione attraverso gli ospedali e le Asl “consentono più risparmi” e “offrono valore aggiunto dell’appropriatezza delle cure, aspetto su cui agire per razionalizzare la spesa e migliorare l’assistenza” e facendo riferimento ad un rapporto della Guardia di Finanza del quadriennio 2004-2008 (risparmio di 892milioni di euro) si dicono contrari allo spostamento di alcuni farmaci di fascia H nelle farmacie territoriali.

Mentre il Presidente della Fofi, Andrea Mandelli, invita, rispetto a alla decisione Aifa ad una riflessione generale sull'assistenza farmaceutica che coniughi tutte le esigenze, anche quelle del professionista che non ha più margine con farmaci che costano 2 euro e coglie l'occasione per ricordare la proposta di cambiare profondamente i meccanismi di remunerazione delle farmacie spostandole dal prezzo del farmaco ad un diverso sistema.

Mentre tutto questo accade, la Cassazione interviene su un aspetto che solo apparentemente appare minore, ma potrebbe modificare completamente il rapporto del cittadino con il proprio medico riportandolo ad un contesto dimenticato da tempo e a cui molti si richiamano in convegni e interviste: l'etica professionale.

La Corte Suprema di Cassazione con la sentenza della sesta sezione n. 13315/2011 ha stabilito che il medico non può affidare il proprio atto prescrittivo a terzi. Cosa  era successo? Un medico aveva creato una prassi attraverso il quale affidava a due farmacisti il compito di riempire le ricette con la sua firma. Un comportamento illecito che non si è ripetuto saltuariamente ma ben 8475 volte in un caso e 5.015 nell'altro.

I ricorrenti, non a caso secondo noi, avevano invocato il decreto ministeriale del 31 marzo 2008 che consente ai farmacisti di consegnare farmaci in situazioni di urgenza. Un decreto come più volte affermato dal MNLF che ha tentato di mettere una copertura di legge al comportamento diffusissimo della consegna di farmaci senza ricetta medica da parte delle farmacie.

Ebbene, tutto il lavoro fatto a questo scopo da vari attori afferenti la categoria e le Istituzioni è completamente vanificato.

La Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che sottolineano come sia indispensabile che il medico valuti di volta in volta la necessità del farmaco sia a tutela della salute del paziente sia a garanzia del rispetto di quanto previsto dai prontuari farmaceutici in un'ottica di contenimento della spesa pubblica. Nella prescrizione dei medicinali entrano dunque in gioco – sottolinea la Suprema corte – interessi costituzionalmente protetti di cui il medico è garante.

Le condanne, cadute in prescrizione, sono per falso ideologico e esercizio abusivo della professione medica. Quella – ricordano i giudici – che va sempre svolta secondo "scienza e coscienza". Resta in piedi l'obbligo di risarcire la Asl di Frosinone per i medicinali ottenuti dagli assistiti in modo irregolare.

In definitiva ecco i comportamenti censurati dai giudici:

  • consegna di farmaci senza la dovuta presentazione di ricetta medica
  • compilazione da parte di terzi, farmacisti o segretarie, della ricetta medica
  • prescrizione di farmaci senza alcun contatto con il paziente

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