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24 febbraio 2011

Grecia: continuano le proteste

I farmacisti partecipano contro le liberalizzazioni

Decine di migliaia di persone in piazza e scontri con la polizia: la Grecia ieri si è fermata per protestare contro l'austerity del governo, prescritta da Ue e Fmi in cambio del prestito da 110 miliardi per salvare il paese. Lo sciopero generale indetto dai principali sindacati ha portato a sfilare, secondo gli organizzatori, 60mila persone solo ad Atene - 30mila per le forze dell'ordine.

Il traffico aereo è stato sospeso per quattro ore, con decine di voli cancellati. Sospesi anche i collegamenti marittimi con le isole, servizi ferroviari e la maggior parte dei trasporti urbani.

Alla protesta si sono unite anche altre categorie sociali, in particolare farmacisti e avvocati.
In questo caso però non si protesta per la perdita del posto di lavoro o per la riduzione del salario, ma più semplicemente contro le annunciate liberalizzazioni del governo che vuole ridurre alcuni privilegi corporativi come, nel caso dei farmacisti, la perdita dell'ereditarietà della farmacia


Il premier George Papandreou ha seguito gli eventi da Helsinki: «A volte - ha dichiarato - vorrei stare là fuori a protestare anch'io, ma protestare non basta. Dobbiamo cambiare il paese, e lo faremo».


Impresa ardua. Con una contrazione del Pil del 4,5% nel 2010 e nessun segnale di ripresa, l'economia greca resta al collasso. Il tasso di disoccupazione sfiora il 14%, il 35,6% tra i giovani. Una piaga che peggiorerà: quest'anno 120mila piccole imprese rischieranno il fallimento. In questo contesto, il governo deve arginare la deriva del deficit, pari al 15,6% del Pil.
 

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