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03 febbraio 2011

Antitrust: no a emendamenti che bloccano l'apertura di nuove parafarmacie

Il comunicato stampa dell'Autorit' Garante della Concorrenza e del mercato

Consentire invece la vendita anche dei farmaci di fascia C

No a modifiche legislative che blocchino l’apertura delle parafarmacie. Lo scrive l’Antitrust in una segnalazione inviata al Governo e al Parlamento, alla luce dell’emendamento n. 1.206 presentato al decreto legge n. 225 (c.d. milleproroghe). Secondo l’Autorità, se venisse votata la modifica proposta, non sarebbe più possibile aprire nuovi punti vendita ma, dietro autorizzazione dell’amministrazione competente, sarebbe consentito solo il trasferimento di quelli già esistenti in un’altra area dello stesso comune o di un comune differente, che ne sia priva.

Nella segnalazione l’Antitrust ribadisce che il contingentamento del numero di esercizi farmaceutici sul territorio nazionale si traduce nella protezione di reddito delle farmacie già presenti il cui numero, in una larga parte dei comuni italiani, è peraltro inadeguato a soddisfare le esigenze dei cittadini.

Per l’Antitrust, se passasse l’emendamento presentato, si ridurrebbero le possibilità di scelta dei consumatori, con probabili effetti negativi sul livello dei prezzi e sulla qualità del servizio offerto, attenuando significativamente gli effetti concorrenziali che il libero sviluppo di questo nuovo canale distributivo sta esercitando. Al contrario, il processo di liberalizzazione della distribuzione dei farmaci deve proseguire, non solo attraverso un ampliamento del numero degli esercizi, ma anche consentendo la vendita al di fuori della farmacia, e sempre alla presenza del farmacista, dei medicinali di fascia C, acquistabili solo con la ricetta medica.

Secondo l’Antitrust infatti l’apertura di oltre tremila parafarmacie in meno di quattro anni e il conseguente ampliamento delle possibilità di scelta del consumatore, nonché l’apertura di circa 500 punti vendita nella media e grande distribuzione, dove i prezzi sono in media più bassi del 25%, sono risultati sicuramente importanti sotto il profilo concorrenziale.

L’emendamento presentato al decreto milleproroghe non rappresenta un’iniziativa isolata: da quando sono state aperte le parafarmacie l’Antitrust ha dovuto più volte segnalare proposte di modifica della normativa volte a vanificare gli effetti della liberalizzazione e, in particolare, a ostacolare l’apertura di nuovi punti vendita, rendendola più onerosa, o a creare una sorta di “pianta organica” anche per le parafarmacie. Lo stesso presidente Antonio Catricalà aveva ribadito la posizione dell’Autorità, proprio in Senato, davanti alla Commissione XII Igiene e Sanità, dove è in discussione un disegno di legge di riforma del settore, l’11 novembre scorso.

Il commento di Antonio Lirosi:

Ha fatto bene l'Antitrust a segnalare tempestivamente al Senato e al governo gli effetti negativi che si produrrebbero qualora venisse approvato, nel decreto Milleproroghe, l'emendamento 1.206 (Sen. FLERES) del PDL, così come avevamo denunciato due giorni fa, dopo che la maggioranza aveva incongruamente dichiarato ammissibile lo stesso emendamento.
Altro che libertà di impresa. Con l'emendamento si vuole bloccare la liberalizzazione della vendita dei medicinali da banco promossa da Bersani nel 2006 e tornare di fatto al monopolio, impedendo la nascita di nuove parafarmacie e sottoponendo ai Comuni la decisione sul trasferimento delle parafarmacie esistenti.
Si chiuderebbero così gli sbocchi professionali a tanti giovani laureati, checché ne dica l'impegnato politicamente Presidente delle federazione degli ordini dei farmacisti (FOFI).
Mentre di sera Berlusconi promette nei Tg compiacenti di voler liberalizzare l'economia, di giorno i suoi parlamentari schiacciano l'occhio alle corporazioni.
Ancora una volta il Pdl fa solo la politica degli annunci e degli inganni. Tanto a pagare il conto saranno sempre le famiglie e i consumatori, come vedremo purtroppo domani appena sarà noto il nuovo dato sull’inflazione.

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