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24 gennaio 2011

Farmacisti: la sanatoria e le ‘bufale’ della F.O.F.I.

D’Ambrosio Lettieri legga “Il Principe” del Machiavelli, troverà spunti sul come tirarsi fuori dal colossale conflitto d'interessi in cui si è cacciato

Comunicato stampa

Non c’è alcun pericolo “sanatoria” nel sistema farmaceutico italiano, chi dice il contrario pur conoscendo la verità lo fa in malafede. Questo l’intervento del Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti Vincenzo Devito che spiega – qualsiasi emendamento presentato all’interno del cosiddetto “mille proroghe” che avesse come obiettivo la trasformazione di alcune parafarmacie in farmacie sarebbe cancellato ancor prima di esser discusso perché palesemente estraneo al dibattere.

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti si è già da tempo espresso contro qualsiasi ipotesi di sanatoria, oggi per le parafarmacie, ieri per le tante sanatorie che hanno toccato le farmacie, spesso approvate anche con il silenzio dei massimi organi della F.O.F.I.

Tutto questo agitarsi intorno ad una ipotesi che non alcuna possibilità di essere accolta nasconde invece un disegno ben più ampio: creare confusione e delegittimare chi realmente rappresenta i farmacisti non titolari accreditando sigle che hanno una rappresentanza pari allo zero.

Nella regia della FOFI c’è l’obiettivo di far credere che tra i farmacisti italiani vi sia il più ampio consenso alla sua politica corporativa, mentre in realtà tra i farmacisti c’è un profondo malessere incrementato dalla continua difesa dei privilegi da parte della F.O.F.I..

La rappresentanza la si guadagna sul campo e non con alcuni comunicati stampa, il MNLF, dice Devito, l’ha ottenuta con ben tre congressi negli ultimi dieci anni, il resto è pura chiacchiera da cortigiani di corte.

Per quanto riguarda il segretario della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, nonché V. Presidente proprio della F.O.F.I. D’Ambrosio Lettieri (Pdl), Devito gli consiglia di andare a rileggere “Il Principe” del Macchiavelli per trarre spunto sul come tirarsi fuori dal colossale “conflitto d’interessi” in cui si è cacciato. Il suo progetto firmato da Gasparri e Tomassini è una gigantesca presa in giro dei farmacisti italiani.

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