12 gennaio 2011
Governo fermo sulle liberalizzazioni
Reazioni alla proposta di Tremonti di modifica dell'art. 41 della Costituzione
Roma, 12 gen. (Adnkronos/Ign) - "Sarebbe opportuno riprendere il confronto sulla liberalizzazione dei mercati, per verificare cosa si possa davvero fare per una effettiva liberalizzazione". Lo dice all'ADNKRONOS Massimo D'Alema, commentando l'intervento di Giulio Tremonti sul 'Corriere della Sera', nel quale il ministro dell'Economia sollecita una riforma dell'articolo 41 della Costituzione per dare più forza al principio di responsabilità, all'autocertificazione, ai controlli ex post, strumenti indispensabili, a giudizio di Tremonti, per un rilancio dell'economia e dell'imprenditorialità.
Insomma, pur con un passaggio costituzionale di per sé non breve, un'accelerazione delle liberalizzazioni. "Accelerare - replica D'Alema - mi sembra una parola grossa: del resto, questo governo di liberalizzazioni non ne ha fatta neanche una. Anzi, direi che per molti aspetti gli sforzi compiuti dai governi di centrosinistra, per esempio con Bersani, siano stati completamente abbandonati. Anziché affrontare un simile argomento cominciando dal 'tetto', sarebbe opportuno - sottolinea D'Alema - riprendere il confronto sulla liberalizzazione dei mercati".
Per il ministro della Difesa Ignazio La Russa quella di Tremonti è "un'idea senza dubbio positiva che potrebbe rilanciare il settore economico e quello imprenditoriale del nostro Paese". "Il problema, tuttavia - spiega all'ADNKRONOS - è rappresentato dal fatto che si dovrebbe procedere, appunto, con un cammino legislativo costituzionale. E questo potrebbe creare qualche difficoltà alla realizzazione del progetto ipotizzato da Tremonti".
Mostra perplessità sulla strada indicata dal ministro dell'Economia, Linda Lanzillotta, esponente dell'Api e segretario della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo. ''Naturalmente, sono d'accordo sulla necessità di abbattere questa mole che incombe, come un macigno, sui cittadini e sulle imprese. Ma - dice - non c'è bisogno di modificare l'articolo 41'.
Il presidente del gruppo di Futuro e Libertà alla Camera dei deputati, Italo Bocchino, scrive sul sito di Generazione Italia: ''Noi crediamo che le liberalizzazioni si possano fare anche ad articolo 41 della Costituzione vigente. E in fondo lo ammette anche Tremonti nel suo pezzo di oggi. Ecco perché lo sfidiamo a fare presto. E a farlo in Parlamento. Ci porti la sua idea, il suo progetto, la sua riforma per liberare l'Italia dalla cappa della burocrazia e dell'intermediazione politica. Noi lo sfidiamo, preannunciando sin da subito il nostro sostegno'', conclude il capogruppo di Fli.
Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ''la valutazione di Tremonti che in Italia esistono troppe leggi e che hanno un effetto negativo sulla vita delle persone e delle imprese non può che essere condivisa perché è una realtà''. Il ministro dell'Economica, tuttavia, ''sottace il problema che riguarda il potere politico. Bisogna ridurre il numero delle istituzioni politiche che hanno il potere di emanare delle leggi. Questo è una questione che non può essere elusa''.
Plaude alla proposta di Tremonti il deputato del gruppo Misto e imprenditore Massimo Calearo. "Un'idea più che giusta: se il ministro Tremonti fosse ancora all'Università gli darei un bel 30 e lode", commenta,con l'ADNKRONOS. "Un'operazione - sottolinea Calearo - che di certo aumenterebbe l'interesse degli investitori stranieri nel nostro Paese, perché se uno dei problemi che frenano questo processo è rappresentato dal fattore sicurezza, è altrettanto vero che molte imprese estere non investono da noi per l'eccessivo livello di burocrazia che frena l'imprenditorialità".
Il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, evidenzia come l'intervento di Tremonti sulla semplificazione delle leggi che riguardano l'impresa sia "pura demagogia finalizzata alla distrazione rispetto ai problemi veri del Paese". "Certo che serve la semplificazione", aggiunge. Ma la strada da percorrere "è quella della legislazione ordinaria per intervenire sull'avvio dell'impresa e sulle autorizzazioni: non c'è bisogno di scomodare l'art. 41 della Costituzione".
Sulla stessa linea il vice presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che commenta, con l'ADNKRONOS: "Per quanto mi riguarda, l'articolo 41 della Costituzione è e resta valido dalla prima all'ultima parola". "Si può certamente attenuare - aggiunge l'esponente del centrosinistra - il peso della legislazione per quel che riguarda economia e imprenditorialità, ma sinceramente non vedo ragioni per modificare l'articolo 41, dal momento che contiene principi di assoluta attualità".
Critico anche il parlamentare del Pd Sergio D'Antoni, ex segretario generale della Cisl. "Della proposta di Tremonti penso tutto il male possibile: il problema delle imprese italiane non è certo la mancanza di libertà", dice. "La soluzione alla crisi economica e imprenditoriale del nostro Paese -aggiunge - passa attraverso una partecipazione forte dei lavoratori al governo delle imprese. Questa è la vera frontiera per puntare con decisione alla qualità ed alla competitività".
Manuela Dal Lago, presidente della commissione Attività produttive della Camera, sottolinea: "Andare più spediti verso una maggiore liberalizzazione è un'idea giusta, ma i tempi di una revisione costituzionale sono lunghi e molti lacci e lacciuoli che oggi frenano economia e impresa possono essere tagliati attraverso leggi ordinarie". ''L'idea di un percorso di revisione costituzionale - insiste - apparirebbe troppo lungo rispetto all'esigenza di semplificare e liberalizzare, oltre che a rischio di 'barricate' da parte di chi per ragioni diverse non vorrebbe il cambiamento in questo senso".
"L'esigenza posta da Tremonti - sottolinea da parte sua Emanuele Macaluso, direttore del mensile di cultura e politica riformista 'Le nuove ragioni del Socialismo - è giusta: occorre andare verso forme che prevedano il taglio progressivo di lacci e lacciuoli, verso una liberalizzazione che favorisca l'imprenditorialità e con essa il lavoro, anche se poi occorrerà verificare nel concreto quali siano i termini e le garanzie di una modifica così importante dell'articolo 41 della Costituzione".
Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil con delega alle politiche economiche, spiega: "Non siamo contrari a un'idea di semplificazione legislativa, ma questa non può ridurre le regole sostanziali, perché dentro questa crisi - sottolinea - la risposta non è meno regole ma regole efficaci, che producano il fatto di vincolare anche le azioni delle imprese e del mercato a delle regole sociali. Questo perché - prosegue - non è affatto vero che nella globalizzazione non devono esserci regole, semmai deve valere che devono esserci regole sovranazionali, regole valide in ambiti sovranazionali. Questa è la vera discussione da fare".