19 dicembre 2010
E' scomparso Tommaso Padoa Schioppa
Prodi: "Perdo un amico e la politica una persona intellettualemente onesta"
E' morto ieri sera a Roma l'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa. L'ex titolare del dicastero di via XX settembre è stato colto da un infarto mentre mangiava con amici in un ristorante in via Giulia nella Capitale. Aveva 70 anni.
Così Romano Prodi: "Padoa Schioppa era un europeista appassionato e convinto, non un utopista. Un europeista concretamente impegnato nell'avanzamento dell'Unione''. ''Era una persona di straordinarie capacità' intellettuali'', scrive Prodi in un intervento sul Messaggero. ''Non solo un economista teorico, ma anche un grande conoscitore delle applicazioni, un osservatore acuto dei riflessi sociali''. ''Ciò' che piu' colpiva di lui era la grande considerazione delle istituzioni'', prosegue l'ex premier. ''Conosceva bene le dinamiche del mercato, le studiava, ma non ha mai pensato che la forza del mercato potesse da sola dominare la società'''. Prodi ricorda uno degli ultimi scritti di Padoa Schioppa, incentrato sulla ''sofferenza delle istituzioni italiane insidiate da un crescente conflitto tra poteri''. ''Era un grande italiano, oltre a essere un grande europeista. Spero che la sua sensibilità' - conclude Prodi - resti come lievito intellettuale per noi''
Figlio di Fabio Padoa-Schioppa, amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, ha frequentato il liceo classico Francesco Petrarca a Trieste. Laureato in economia all'Università Bocconi di Milano nel 1966, Master in economia dal MIT di Boston nel 1970, inizia la sua carriera professionale nella Brenninkmeyer per poi passare alla Banca d'Italia (1968), raggiungendo il titolo di responsabile della divisione mercati monetari del dipartimento di ricerca.
Dal 1979 al 1983 è stato Direttore Generale per l'Economia e la Finanza dell'Unione Europea; dal 1984 al 1997 è stato Vice Direttore Generale della Banca d'Italia (di cui nel 2005 fu uno dei presunti "papabili" in sostituzione di Antonio Fazio, anche se lo fu ancor di più nel 1993, anno in cui Carlo Azeglio Ciampi presentò le dimissioni per assumere la carica di Presidente del Consiglio); nel 1997 assunse l'incarico di presidente della CONSOB, che ha conservato sino al 1998.
Dal 1998 al 2006 ha fatto parte del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea. In questa veste è stato un sostenitore della moneta unica nonché il primo a definire l'Euro "una moneta senza uno stato" .
Dal 17 maggio 2006 è diventato Ministro dell'Economia e delle Finanze nel governo Prodi II, come tecnico indipendente: prima di questa nomina è stato il presidente dell'istituto internazionale dei revisori dei conti.
Come primo atto da Ministro di tale dicastero ha affrontato il varo della Finanziaria 2007: una manovra di notevole portata etichettata da una parte come coraggiosa e necessaria per risollevare uno Stato versante in condizioni economiche non positive e dall'altra esagerata e non necessaria. Famoso il termine "tesoretto" da lui coniato per identificare l'extra-gettito nelle casse statali, dovuto in parte ad entrate fiscali non previste e, dall'altra, alla lotta contro l'evasione fiscale che ha visto un netto incremento di "entrate recuperate" rispetto all'anno precedente.
Il 5 ottobre 2007 è nominato presidente del Comitato monetario e finanziario internazionale dell'FMI.
Dal 3 Agosto 2010 è stato uno dei due consiglieri economici del primo ministro del governo ellenico in carica, George Papandreo.
L'11 gennaio del 2007 in un suo intervento a Caserta diceva rispetto alla necessità del Paese di crescere economicamente e socialmente: "la sfida che l'Italia ha davanti è la trasformazione della ripresa in crescita e questo significa uscire definitivamente dal declino". Quindi ha spronato i ministri a lavorare per la crescita: ogni ministero, non solo quelli di tipo Economico, deve "mettere la crescita al centro delle sue azioni". La crescita, ha aggiunto, deve essere il metro di giudizio per tutti. Secondo il ministro dell'Economia è possibile portare la crescita italiana oltre il 2,5% nel 2011 intervenendo su alcuni handicap storici del sistema Italia: la scarsa partecipazione alla forza lavoro di alcune categorie, il basso livello di istruzione, la regolamentazione paralizzante e l'inefficienza delle istituzioni. "Una crescita forte è possibile se sappiamo trasformare questi handicap in opportunità".
Queste dichiarazioni furono fatte in un periodo di relativa crescita economica mondiale, quindi prima della grande crisi di cui ancora oggi soffriamo gli effetti. Indicazioni, quelle di Padoa Schioppa, che a maggior ragione sono ancor più valide oggi.