01 dicembre 2010
Scontro a tutto campo: da che parte stanno i liberali?
Presentato un emendamento a favore della fascia C al Senato
Mentre il Ministro alla Salute Fazio si reca a Milano per difendere l'attuale monopolio delle farmacie e provoca la giustificate reazioni delle Associazioni più rappresentative delle parafarmacie (comunicato FEF - intervento ANPI) e quelle, altrettanto precise dei colleghi (Antonella Puleo: io non so salire sui tetti). Mentre Mr. Prezzi chiede alle farmacie di farla finita con i trucchi. Al Senato, nell'ambito dell’AS 2464 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" (legge di stabilità 2011) i senatori del PD presentavano un emendamento in favore della vendita dei farmaci di fascia C fuori dalla farmacia, questo il testo:
1.184
FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, CASSON, LUSI, CARLONI, MERCATALI, GIARETTA, LEGNINI, LUMIA, MILANA, MORANDO, NICOLA ROSSI, BIANCO, DELLA MONICA, TONINI, SCANU, BARBOLINI, RUSCONI, MARCO FILIPPI, PIGNEDOLI, BUBBICO, ROILO, BASSOLI, DELLA SETA,
MARINARO
Dopo il comma 48, inserire i seguenti:
"OMISSIS"
48-quinquies. La dispensazione al pubblico dei medicinali comunque classificati è riservata in via esclusiva al farmacista, ai sensi dell'articolo 122 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265. La dispensazione dei medicinali prescritti dal medico su ricettario del Servizio sanitario nazionale (SSN) è effettua bile esclusivamente nell'ambito delle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, di cui all'articolo 28 della legge 23 dicembre 1978, n. 833. Sono convenzionate le sole farmacie autorizzate dall'autorità sanitaria competente per territorio, ai sensi dell'articolo 1 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni, dell'articolo 104 del citato testo unico di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, nonché degli articoli 4 e 5 della legge 8 novembre 1991, n. 362. Negli esercizi commerciali di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n.248, possono essere venduti, fatto salvo quanto previsto dal comma 4, e ad eccezione dei medicinali di cui all'articolo 45 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, ed all'articolo 89 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, anche i medicinali di cui all'articolo 8, comma 10, lettera c), della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni. Negli esercizi commerciali di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, la vendita di medicinali deve avvenire, ai sensi di quanto previsto dal comma 2 del citato articolo 5, nell'ambito di un apposito reparto delimitato, rispetto al resto dell'area commerciale, da strutture in grado di garantire l'inaccessibilità ai farmaci da parte del pubblico e del personale non addetto, negli orari sia di apertura al pubblico che di chiusura.
"OMISSIS"
Non ci si devono fare illusioni, la legge di stabilità e il voto di fiducia non lasciano spazio a grandi speranze. E' un segnale importante di attenzione da tenere in considerazione ed è il frutto del nostro lavoro, del lavoro di tutti coloro che tenacemente non hanno mai smesso di lottare e difendere il proprio ed altrui diritto ad esercitareliberamente la propria professione. Aspettiamo che anche altri gruppi politici che si dicono "liberali" abbiano comportamenti coerenti a questa parola.
ULTIMA ORA: l'emendamento è stato respinto come era logico aspettarsi, ma vale la pen soffermarsi sulle parole della FOFI nel comunicare questa notizia: "è stato respinto, anche grazie ai reiterati interventi della Federazione sui componenti della Commissione V del Senato" Ci sono altre parole da dire?
Per quanto riguarda il Ministro Fazio e tutti coloro che credono di tenere ferma la storia il consiglio é di leggere quanto segue:
(Pubblicato il 13 dicembre da Repubblica, AFFARI E FINANZA)
ho letto attentamente le Sue dichiarazioni alla Convention di Federfarma e sinceramente ne sono rimasta basita, nonché rattristata e sdegnata. I motivi sono molteplici e tutti, a mio avviso, per Lei spiacevoli e lesivi della Sua immagine, per questo ho ritenuto utile scriverLe, sia per manifestare il mio totale scontento sulla posizione da Lei assunta, sia per invitarLa a ricredersi su quanto dichiarato.
Partiamo dall'inizio: sono più di quattro anni che la nostra vicenda, quella dei Farmacisti regolarmente laureati, abilitati, idonei all'esercizio della propria professione e titolari delle Parafarmacie, ormai capillarmente diffuse in tutta Italia e conosciute ed apprezzate da ogni cittadino, è al centro di dibattiti e polemiche, ma mai come ora ho l'impressione che alla nostra vicenda si voglia dare un'accelerazione negativa, forse in prossimità di un cambio di poltrone, chissà.
Non posso credere che Lei che comunque è un medico, prima che Ministro, possa dichiarare che per la distribuzione del farmaco bastano due reti: Farmacie e Gdo e che possa oltretutto dichiararlo ad un convegno di parte, ovvero quello di Federfarma, che rappresenta solo un quinto dei farmacisti italiani. Considerando pure che si tratta della quinta parte del numero totale di Farmacisti, la più agiata e privilegiata è poi veramente pesante da tollerare.
Sia io che i miei colleghi, Farmacisti laureati, abilitati ed idonei, seppur sprovvisti di convenzione nazionale, le abbiamo scritto e cercato di contattarla più volte per farla intervenire in virtù della Sua carica istituzionale, sulla nostra precaria posizione, ma mai abbiamo avuto risposta, mai un cenno da parte Sua. Lei parla di noi solo in nostra assenza e lo fa alla Convention di Federfarma, con un intervento che ritengo particolarmente incisivo, ma me lo lasci dire, a dir poco irritante.
Come si può non tenere in considerazione che i privilegi, le caste, sono roba da medioevo, che nelle attuali condizioni del nostro Paese le liberalizzazioni servirebbero da valvola di sfogo per tanti giovani professionisti? Dire che bastano due canali equivale a dire che le nostre figure professionali sono del tutto inutili.
Se Lei non sa cosa sia una Parafarmacia Le chiedo, con tutto il rispetto, di informarsi prima di discuterne, e comunque io sono la Dottoressa Tiziana Minoliti, titolare di Parafarmacia, laureata, abilitata ed idonea all'esercizio della professione, e come me ce ne sono tanti. Venga a conoscerci, le spiegheremo ancora meglio il nostro punto di vista.
Signor Ministro, noi siamo professionisti, e Le sue dichiarazioni, applicate al Suo ambito professionale, equivarrebbero a dire che lo Stato vieta la professione privata pur di salvare i privilegi atavici di una piccola cerchia. Sinceramente non è così che immaginavo la professione; ricordo un mio vecchio Professore, Giuseppe Franchi, titolare della cattedra di Tecnica e Legislazione presso l'Università di Siena, una volta tenne una lezione inconsueta e bellissima. Parlò della deontologia professionale, che mai un medico e un farmacista o viceversa avrebbero dovuto lavare i propri panni sporchi in pubblico: quella lezione io la ricorderò sempre. Mi sarebbe piaciuto in questi lunghi anni che venisse convocato un tavolo per esaminare la nostra posizione, tavolo al quale venisse esclusa la presenza solo di Federfarma, troppo di parte per avere un qualunque potere decisionale in nostro riguardo.
Io mi ripeto e lo faccio perché “repetita iuvant”: Lei non sa cosa sia una Parafarmacia ed io Le chiedo, con tutto il rispetto, di informarsi prima di discuterne, e comunque io sono la Dottoressa Tiziana Minoliti, titolare di Parafarmacia, laureata, abilitata ed idonea all'esercizio della professione.
di Tiziana Minoliti