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11 novembre 2010

Catricalà  ascoltato al Senato in XII Commissione

Audizione del Presidente dell’Antitrust sui proggetti di riforma

Dall'audizione del Presidente Catricalà in Commissione Igiene e Sanità sui progetti di riforma del sistema farmaceutico italiano.

Il comunicato stampa MNLF


Da tempo l’Autorità ha segnalato al Parlamento e al Governo la necessità di incidere su alcuni aspetti dell’attuale quadro normativo che appaiono ingiustificatamente restrittivi del confronto concorrenziale che, anche in questo settore, con le opportune e proporzionate cautele, può recare importanti vantaggi per l’intera collettività.
Questa affermazione oggi, dopo meno di quattro anni, dalla sperimentazione effettiva di una sia pure limitata liberalizzazione del sistema di vendita dei farmaci (SOP cioè i farmaci senza obbligo di prescrizione e OTC cioè farmaci che possono essere esposti sul banco e di cui si può fare pubblicità), trova riscontri positivi.
L’inserzione di una minima pressione concorrenziale nel sistema delle farmacie - minima in quanto limitata è stata la categoria dei farmaci ammessi alla distribuzione presso canali alternativi - si è rivelata foriera di molteplici benefici: i prezzi dei farmaci sono scesi; sono sorte nuove iniziative imprenditoriali che hanno dato lavoro a un numero elevato di professionisti, senza che sia stato speso un euro di denaro pubblico; sono aumentati i luoghi presso i quali i consumatori possono rifornirsi dei farmaci di cui hanno bisogno. Non si sono avuti i paventati effetti di aumento del consumo.

Il risultato di questo esperimento è, dunque, nel complesso positivo sia per tutti noi consumatori, sia per il fatto di aver dato spazio a nuove iniziative imprenditoriali, vitali in un momento di crisi come questo. Sarebbe perciò un grave danno per la collettività rimettere in discussione l’apertura avviata e positivamente sperimentata come, purtroppo, alcune delle proposte al vostro esame, compresa quella adottata come testo base, intendono fare.
Il valore dell’esperienza è emblematico e induce a proseguire sulla strada intrapresa.

Il numero chiuso degli esercizi farmaceutici connesso al sistema della pianta organica rappresenta una delle maggiori restrizioni al funzionamento della concorrenza nel settore. Il sistema garantisce ai farmacisti titolari una riserva territoriale d’utenza dunque un monopolio locale che oggi non appare più giustificato alla luce dei cambiamenti avvenuti nel sistema economico e sociale del Paese. All’origine il sistema era concepito - e si giustificava - per consentire, in un Paese essenzialmente agricolo e poco sviluppato, la presenza capillare sul territorio delle farmacie. La garanzia legale di una sicura fonte di reddito per il titolare era funzionale a che il servizio di distribuzione dei farmaci potesse essere effettivamente prestato.
Oggi tutto ciò non appare più giustificato con riferimento alla maggior parte del territorio. In particolare, questo è vero nelle città grandi e medie e nella maggior parte delle zone di provincia, molto sviluppate in termini di collegamenti e presenza demografica. In queste aree è chiaro che l’unica funzione che la limitazione numerica degli esercizi farmaceutici assolve è quella di preservare gli esercizi autorizzati da una benefica pressione concorrenziale di altri operatori a discapito dei consumatori.
Il forte effetto restrittivo derivante dalla limitazione numerica degli esercizi commerciali viene amplificato dalla estesa esclusiva in capo agli stessi, solo da poco, come ricordato, parzialmente limitata.
Vi sono evidenze chiare dell’esistenza di un potere di mercato in capo alle farmacie.

L’eliminazione della pianta organica nei centri maggiori e con esclusione delle farmacie rurali, nella proposta dell’Autorità, non significa certo piena liberalizzazione di accesso al mercato della vendita dei farmaci, ma semplicemente eliminazione di quella rigidità insita nel numero chiuso, che determina le conseguenze negative evidenziate, senza avere vantaggi apprezzabili per la collettività. È, infatti, evidente che la dispensa dei farmaci, in particolare quelli con obbligo di ricetta, debba essere affidata ai farmacisti. È la presenza di questo professionista, specificamente abilitato dallo Stato e sorvegliato dal relativo ordine, a garantire che siano seguite le cautele necessarie per la vendita dei farmaci.

Sempre nell’ottica di aumentare la pressione concorrenziale a beneficio del sistema, va attentamente valutata la possibilità di limitare l’esclusiva in capo alle farmacie ai soli medicinali di fascia A, consentendo la vendita al di fuori della farmacia e sempre alla presenza del farmacista anche di medicinali di fascia C.
Molti ddl in esame tendono, invece, ad ampliare le esclusive, mantenendo il regime della pianta organica. Simili provvedimenti non fanno altro che aumentare il potere di mercato delle farmacie, senza apprezzabili vantaggi per i consumatori. In questo contesto, l’attribuzione alle farmacie anche di funzioni di integrazione di prestazioni del servizio sanitario (prenotazione di visite, assistenza domiciliare, rilievi diagnostici) non osta alla necessità di rivedere il sistema delle piante organiche.

La situazione di forte depressione del nostro sistema economico impone di valutare con grande attenzione le ricadute dei provvedimenti che stabiliscono nuove esclusive, perché l’effetto sicuro è quello di accentuare la crisi e recidere del tutto, senza ragionevoli motivazioni, la fonte di reddito di molti liberi imprenditori.
Per il resto, il ddl si muove nell’ottica della pianta organica. Le ragioni illustrate spiegano perché la soluzione teorica migliore sia il suo superamento.

La soluzione teorica migliore sarebbe quella di superare il criterio della pianta organica. La tutela della salute si persegue imponendo la presenza del farmacista nell’esercizio commerciale e non con il numero chiuso. Spetta, tuttavia, al Parlamento valutare modi e tempi di una simile riforma tenendo conto dei più generali equilibri del sistema.
Resta comunque prioritario aumentare almeno il numero delle farmacie. Orari e turni dovrebbero essere lasciati alla libertà di impresa, salva l’indicazione di periodi minimi. L’ordine professionale non dovrebbe ingerirsi nelle decisioni amministrative relative agli orari e all’istituzione di nuove sedi.
Inoltre, andrebbero comunque limitate le esclusive di vendita e ammessi alla distribuzione di canali alternativi anche i farmaci di fascia C. I risultati dell’esperimento fatto con i farmaci SOP e OTC incoraggiano a proseguire sulla via iniziata.
Sarebbe un grave danno per il Paese reintrodurre l’esclusiva assoluta in materia di vendita di farmaci in favore delle farmacie. Sul punto il ddl in esame segna un arretramento che non può essere condiviso.

Il testo dell’audizione di Catrical�

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