30 maggio 2025
Esami clinici in Farmacia
No alla firma del dipendente
Nei giorni scorsi, il Presidente di Federfarma Marco Cossolo, durante una trasmissione di Rai Radiouno, parlando delle farmacie che erogano analisi di prima istanza attraverso apparecchi point-of-care (POCT), ha affermato che: “il farmacista rilascia un attestato di esito che attraverso la propria firma certifica che quei risultati sono coerenti con la certificazione CE degli apparecchi e sono attendibili perché le procedure sono state eseguite correttamente”.
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ritiene che il farmacista dipendente si debba astenere da porre la propria firma a qualsiasi referto viene richiesto relativo ad esami clinici.
Il Movimento ritiene che la semplice certificazione CE non sia sufficiente a garantire la corretta esecuzione del test perché il dipendente non è responsabile direttamente della scelta dello strumento atto all’analisi, della sua eventuale cattiva installazione o della stessa manutenzione dell’apparecchiatura.
La firma deve essere apposta solo dal titolare o dal direttore della farmacia che della decisione di fare questi esami con quella apparecchiatura si assume in automatico la piena e totale responsabilità.
Inoltre, appare quanto meno curioso che attraverso una convenzione tra lo Stato e una istituzione privata, il Presidente di Federfarma “detti” cosa debbono o meno fare i farmacisti, compito questo eventualmente da regolare e approfondire attraverso l’intervento della Fofi e a seguito di accordi con i sindacati.
In presenza di importanti scostamenti dai valori reali atti a determinare scelte diagnostiche importanti, il farmacista dipendente non può essere chiamato in causa a risponderne legalmente, questa responsabilità può ricadere solo ed unicamente sulla titolarità della farmacia.
È per questo motivo che invitiamo tutti i farmacisti dipendenti a riflettere bene sul rischio a cui vanno incontro nell’apporre la propria firma a qualsiasi tipo di certificazione.
Per di più, è semplicemente stupefacente e decisamente irrispettoso che il Presidente di Federfarma mentre al tavolo delle trattative propone un aumento “vergognoso” di 120 euro lordi da dividere nei prossimi tre anni, contemporaneamente ed autonomamente, si faccia parte in causa e decida d’impero per una ulteriore assunzione di responsabilità tecnica e giuridica del personale laureato dipendente delle farmacie.
Richiesta che secondo il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti va rinviata al mittente il quale spesso e volentieri dimentica di essere a capo di un sindacato e non il responsabile nazionale dei farmacisti italiani.