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19 luglio 2024

Assistente Farmacista: passo indietro e frenata

Le reazioni alla proposta

«Avevamo fatto questa proposta allarmati dai dati della crescente carenza di farmacisti e forti delle solide esperienze maturate in diversi paesi del Nord Europa. Avevamo, inoltre, acquisito la consapevolezza che la realizzazione della “farmacia dei servizi” richiede la presenza di figure di supporto del farmacista altamente specializzate. La reazione negativa di più parti e i toni usati ci hanno francamente sorpreso. Crediamo che la farmacia italiana abbia bisogno di rinnovamento, all’interno però di un contesto di unità e condivisione. Se queste ultime condizioni non ci sono, è meglio frenare questa nostra proposta di cambiamento».

Così Luca Pieri, Presidente Assofarm, ha annunciato di aver premuto il freno e non il "cancellino" alla proposta d'istituire una nuova figura professionale nel contesto della farmacia italiana. Consci di esser stati i primi ad avvertire il pericolo di questa proposta, siamo altrettanto consci che questa non sia una proposta frutto di un "sogno di mezz'estate", ma la risultante di "scambi di pareri" fatti in segrete stanze di chi ha un progetto chiaro di come trasformare la farmacia italiana. Gli esempi esteri sono validi solo a supportare le proprie tesi, mai hanno un valore universale. (vedi la Germania sia per la regolamentazione delle aperture delle farmacie, sia per il divieto di possederne a non farmacisti).

Val la pena però segnalare chi, senza l'ombrello della platea plaudente, si era espresso contro tale proposta, prima della cosiddetta "frenata".

Il primo è stato, Giuseppe Guaglianone, candidato alla Presidenza dell'Ordine dei Farmacisti di Roma, il quale raccogliendo un nostro invito rivolto propri ai candidati delle prossime elezioni ordinistiche ha inviato una lettera al Presidente MNLF Vincenzo Devito, dichiarando in maniera sintetica quanto segue:

"in nessuna circostanza ho mai proposto o anche solo espresso un endorsement a favore dell'istituzione di una nuova figura professionale, previo conseguimento di una laurea triennale, da impiegare nelle farmacie aperte al pubblico a supporto dei farmacisti, Sull'ipotesi l'Ordine dei Farmacisti di Roma (di cui è V. Presidente n.d.r.) ha anzi sermpre espresso la propria ferma contrarietà ritenendola non in linea con le linee di sviluppo del ruolo e della funzione dei farmacisti di farmacia, professionisti dell'assistenza sanitaria di prossimità chiamati a una  sempre maggiore integrazione con il S.S.N. anche attraverso la presa in carico dei percorsi terapeutici dei pazienti (in particolare i cronici) e l'erogazione di altri servizi e prestazioni" - 13 Maggio 2024 (ovvero immediatamente dopo la nostra prima presa di pozione contro tale proposta (insieme CULPI - Federfardis e Unaftisp)

Il 29 maggio Conasfa, e il suo Presidente Angela Noferi espime i propri dubbi sulla proposta: Una proposta che «ha suscitato perplessità tra i farmacisti e che ci preoccupa molto. I farmacisti sono figure qualificate e preparate per gestire i servizi e la presa in carico del paziente. Si tratta solo di mettere tali professionisti nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro, in primo luogo attraverso un ambiente che li tuteli e li protegga, prospettando percorsi di crescita adeguati e soprattutto, come detto, con un appropriato riconoscimento economico. Questi sono passaggi imprescindibili, mentre le ipotesi formulate rischiano di introdurre elementi di destabilizzazione rispetto a un sistema costruito innanzitutto a tutela del paziente e della sua salute. La carenza di personale non va affrontata con scorciatoie, ma confrontandosi tutti insieme su quello che è il reale nodo»

il 12 luglio, dopo il nostro comunicato dell'8 luglio sulla nuova esternazione del Presidente di Assofarm, l'ottima iniziativa di quasi tutti i delegati Filcams CGIL delle aziende appartenenti ad Assofarm esprime i propri dubbi e la propria contrarietà alla proposta. Una vera e propria "rottura" interna. Dice in sintesi il documento pubblicato su farmacie blog firmato dai delegati: "Non «capiamo la logica per cui i farmacisti dovrebbero diventare vice infermieri, mentre qualcun altro si mette a fare il vice farmacista, lasciandoci però la supervisione e quindi una parte di responsabilità. Guardiamo alle farmacie in cui lavoriamo, alle scelte organizzative che vengono fatte, a quello che ci mette in difficoltà per insufficienza di organici dedicati e assorbe buona parte del nostro tempo: per esempio ci ritroviamo spesso a fare le mansioni dei magazzinieri, che non sono una figura prevista in tutte le farmacie, o perdiamo decine di minuti facendo prenotazioni CUP che fuori dalle farmacie vengono gestite da personale senza laurea, o abbiamo turni in cui stiamo ore e ore da soli in farmacia perché gli orari di apertura sono stati estesi senza incrementare gli organici"…… e ancora «Ci sembra pericoloso immaginare che nella polifunzionalità recentemente acquisita dalla farmacia il farmacista acquisisca più abilitazioni a mansioni biomediche ma, al contempo, perda la sua funzione sanitaria caratteristica di unico professionista abilitato alla dispensazione dei farmaci, allentando lo stretto binomio farmaco-farmacista normato dalle leggi sanitarie italiane»

Il 15 luglio, dopo la nostra denuncia all'Antitrust per pubblicità ingannevole dei corsi per Assistente Farmacista, il Presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Messina, Sergio Papisca, rende noto di aver inviato una lettera al Presidente della Fofi Andrea Mandelli sul tema dell'Assistente Farmacista. Si legge: «Non credo possa (la proposta) essere in alcun modo la panacea per la risoluzione della problematica connessa alla carenza di farmacisti in circolazione. Anzi ritengo che la soluzione prospettata da Assofarm rappresenti la camera della morte della nostra professione» scrive Papisca senza tanti giri di parole, prima di mettere nero su bianco, con tanto di sottolineatura, la richiesta al presidente nazionale di «un tempestivo autorevole intervento della Federazione per stroncare sul nascere la pessima idea di  introdurre nell’ordinamento italiano la figura di ‘Assistente del Farmacista’». (Intervento che fino ad ora non c'è stato, n.d.r.)

Nello stesso giorno 15 luglio, si esprime sull'argomento anche il Presidente dell'Ordine di Roma Emilio Croce, il quale dando ragione al Presidente dell'Ordine di Messina Sergio Papisca dice che: "La farmacia es mucho mas que una tienda, dicono i nostri colleghi spagnoli”. “Espressione semplice ma efficace per sintetizzare che è ben altro, un presidio sanitario di prossimità, organico al sistema sanitario pubblico nazionale, che grazie ai farmacisti che vi lavorano dispensa un bene esistenziale, il farmaco, ed eroga altri servizi e prestazioni volti a tutelare e garantire la salute della gente. Ammettere in farmacia una figura tecnica, il cui asserito supporto al farmacista altro non sarebbe che il via libera all’esercizio vicario delle sue funzioni da parte di un soggetto inadeguato perché professionalmente meno qualificato, inevitabilmente spalancherebbe le porte alla veloce disgregazione del profilo di professionista sanitario del farmacista, ovvero della sua identità, della sua stessa essenza ontologica. La dimensione economica finirebbe per avere il sopravvento, con i suoi diktat, le sue necessità e convenienze e la farmacia – una volta erosa proprio dall’interno la figura professionale del farmacista, ovvero la figura che la rende ciò che è e ne giustifica il ruolo e le funzioni pubbliche riconosciute e regolamentate dalla Stato – si vedrebbe inevitabilmente costretta a un destino da tienda”.

Il 17 luglio è la volta di UGL che afferma quanto segue: ".Per il sindacato, quindi, non si capisce davvero perché «invece di valorizzare e retribuire adeguatamente (come nel resto di Europa) il farmacista»,  si proponga l’idea di ridurne le competenze, «per contenere i costi e cercare di porre rimedio a quella che viene oramai definita una ‘fuga dalla professione’, dopo che tutti hanno inneggiato alla figura di sanitario del farmacista».«La nuova figura svaluterebbe la professione e la professionalità, aumenterebbe le responsabilità del farmacista ‘referente’ e del direttore della farmacia» scrive nella sua nota Ugl Farmacie, convinta che l’assistente del farmacista «non risolverebbe la drammatica carenza di farmacisti se non tra 5-6 anni, sempre che qualcuno si iscriva a tale corso di laurea che prospetta retribuzioni veramente misere, visto il livello già molto basso di quelle del farmacista con laurea magistrale”.

Poi il 18 luglio il dietro front di Assofarm

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