12 settembre 2023
Sondaggio MNLF
La maggioranza dei farmacisti dipendenti delusi dalla professione
Il 77% dei farmacisti italiani, dipendenti di farmacia privata, ritiene che non vi sia alcuna possibilità di far carriera in farmacia. Oltre il 93% crede di meritare un livello d'inquadramento migliore.
Questi i risultati di un sondaggio (qui il report) condotto dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, la settimana.dal 2/9/23 al 11/9/23 (qui articolo del Corriere del Farmacista)
"Non ci si deve soprendere", commenta Vincenzo Devito, Presidente del MNLF, "se i farmacisti fuggono dalla professione o le facoltà hanno dei buchi nelle iscrizioni: il perchè è nella scarsa considerazione, economica e professionale, che ottengono dalle aziende in cui lavorano".
Un campione di 610 farmacisti, scelti a seconda dell'età, genere e area di residenza, ha mostrato anche alcune "ombre" rispetto al CCNL, firmato due anni fa, là dove introduce un nuovo livello d'inquadramento per quei farmacisti specializzati nel fare tamponi, eletrocardiogrammi, holter cardiaci e pressori ecc. ecc..
La maggioranza , il 77% circa, non ha fatto nessun passaggio di livello da quando è stato firmato il contratto, malgrado il CCNL lo prevedesse. Inoltre, tra quelli che hanno esplicitamente chiesto un inquadramento migliore il 62,5% ha ottenuto risposte "evasive" del problema, mentre il 25% dei titolari di farmacia ritiene che il livello non spetti al farmacista dipendente.
Questo, mentre oltre il 60% sia inquadrato nei livelli retributivi più bassi e oltre il 70% non riceva una retribuzione acessoria.
Eppure, i farmacisti italiani dipendenti di farmacia privata sono consapevoli di portare un valore aggiunto alle proprie aziende, ma fanno fatica a vedersi riconosciuto questo valore.
Potrebbe essere questo il motivo per cui molti scelgono di andare a lavorare all'estero o cambaino del tutto lavoro.
Tale condizione poi, quando esce dagli ambiti professionali, condiziona anche le scelte universitarie con un calo conseguente degli iscritti.
"Il paradigma deve cambiare", conclude Vincenzo Devito, "sono i dipendenti il vero capitale delle aziende: non semplice 'forza lavoro', ma opportunità di crescita".