17 settembre 2010
Ripresa frenata dai nodi strutturali
Il Centro Studi di Confindustria segnala il ritardo del Paese
Secondo il Centro studi di Confindustria, la ripresa ha in Italia "ritmi ordinariamente fiacchi.
Nel confronto di internazionale - e' scritto ne Rapporto - si e' ulteriormente ampliato il gap di crescita con le principali altre economie sviluppate: la flessione del Pil in Italia e' stata la piu' marcata, con l'eccezione del Giappone; la risalita e' la piu' lenta, dopo quella della Spagna. In entrambe le fasi il Paese e' allineato con i peggiori performer".
Per "cambiare passo" serve "l'apporto, la condivisione e la partecipazione, se non il diretto coinvolgimento di tutta l'Italia".
Perchè' la crisi "non e' ancora terminata". Occorre "agire in fretta, piu' delle altre nazioni, dando un segnale forte".
L'azione pubblica, secondo il Centro studi, nel quadro della riforme da fare deve concentrarsi su sei punti: trasparenza e semplificazione delle regole per assecondare, anzichè' ostacolare la vita delle imprese; riduzione delle posizioni di rendita con le liberalizzazioni; riforma della tassazione, diminuendo le aliquote su utili e retribuzioni grazie alla lotta all'evasione; innalzamento degli investimenti in ricerca e sviluppo; arricchimento del capitale umano; adeguamento della rete di infrastrutture.
"Il Paese ha dissipato la leadership che aveva quaranta anni fa tagliando le risorse e rafforzando il potere di veto dei sempre più numerosi soggetti interessati"
Il quadro delle nuove previsioni vede i consumi in rallentamento (+0,4% nel 2010 e +0,7% nel 2011), mentre gli investimenti fissi lordi accelerano piu' di quanto previsto prima, del 2,7% nel 2010 e del 3,4% nel 2011, l'export segna +7,4% nel 2010 e +4,3% nel 2011, l'import sale del 6,5% quest'anno e del 4,5% il prossimo.
