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14 gennaio 2022

Le falsità della rete corporativa italiana

la realtà non si può nascondere

Documento congiunto MNLF - FNPI - CULPI

Le oltre 5000 parafarmacie  italiane  e  le  migliaia  di  farmacisti  che  vi  lavorano  non accettano passivi  di  diventare  vittime  inerti  dello scempio del  buon senso e della  verità  dei  fatti  operato da  Italia  Viva  sulla  questione  tamponi. 
La recente bocciatura  dell'emendamento che  avrebbe  consentito  ai  farmacisti  delle  parafarmacie italiane  di  effettuare  tamponi  porta  un palese  vantaggio  corporativo alle  farmacie,  solo chi  avesse  come "faro  della  propria  azione  politica" la  piaggeria  lobbistica  potrebbe  difendere  tale  bocciatura, contro l'interesse  dei  cittadini. 
E' detto al cittadino in coda al  freddo  da  ore  per un tampone, che  non potrà  scegliere  di  farlo anche  in parafarmacia  perchè  le  parafarmacie  non fanno parte  del  sistema  sanitario,  non sono collegate  al  sistema  TS, ovvero  Tessera  Sanitaria, e  quindi  non potrebbero  trasmettere  i  dati  e  gli esiti  stessi  dei  tamponi. Ma le parafarmacie  per definizione  sono parte  integrante  del  Sistema  Sanitario,  ricevono  alla  nascita un codice  di  tracciabilità  del  farmaco  dal  Ministero  della  Salute,  aderiscono  al  sistema  TS, trasmettono  ogni  giorno per  legge  i  dati  del  730 precompilato, sono collegate  al  sistema  della Ricetta  Elettronica  Veterinaria,  in molte  regioni  erogano  servizi  come  il  CUP, la  dispensazione  di prodotti  per  celiachia,  di  dispositivi  medici,  di  presidi  per diabetici,  per incontinenza. 
Il tutto nell'alveo del Sistema  Sanitario Nazionale. 
L'autorizzazione alla trasmissione  dei  dati  inerenti  i  tamponi  sarebbe  una  mera  formalità,  basterebbe per  lo più un click, e  di  certo  non una  piattaforma  apposita  che  comporti  alcuna  ingente  spesa  per lo Stato,  come  è  stato  detto  in questi  giorni. 
La privacy e la  sicurezza  dei  dati  sarebbe  ed è  ogni  giorno garantita  in farmacia  come  in parafarmacia  dal  GDPR, il  Regolamento  Generale  sulla  Protezione  dei  dati  a  cui  devono aderire  per legge  tutti  coloro che  trattano dati  sensibili,  dai  semplici  dati  anagrafici  in su. 
Si dice poi al cittadino  arrabbiato, infreddolito  e  stanco  che  non può andare  a  farsi  fare  il  tampone  in parafarmacia  perchè  c'è  una  sentenza  della  Corte  Costituzionale  che  vieta  alle  parafarmacie  le analisi  di  prima  istanza.  Ebbene i tamponi non c'entrano  nulla,  e  la  sentenza  della  Corte  Costituzionale citata  parlava  di  tutt'altro:  si  limitava  ad  annullare  un'iniziativa  regionale  che  dava  le  autoanalisi  alle parafarmacie, contestandola  non nel  merito  – non è  prerogativa  della  Consulta  – ma  nel  metodo, visto  che  quella  decisione  non era  di  competenza  regionale.  Tutto qui. 
Citare quella sentenza,  di  metodo  e  non di  merito,  come  se  esprimesse  un preciso volere  della Consulta  significa  mancare  di  rispetto,  di  conoscenza  e  di  buon senso.  
Ci chiediamo dunque quale sia  la  reale  portata  dell'opacità  di  talune  scelte  politiche  di  questo partito,  così  sicuro oggi  nel  negare  servizi  e  diritti, così  pronto a  compiacere  sacche  di  potere nostrane, e  così  capace  di  ammantare  il  tutto  di  convincente  Rinascimento. 
Al cittadino infreddolito, positivo e stanco, si dice che  il  suo benessere  e  la  sua  salute  contano infinitamente  meno  degli  interessi  corporativi  di  turno.  Ebbene, ora almeno sa chi ringraziare. 

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