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24 marzo 2021

Equity fund e farmacie: MNLF segnala all'Antitrust

Le manovre contro la concorrenza

Nelle scorse settimane il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha inviato all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato richiesta di valutazione preventiva circa il progetto di creazione di un fondo d'investimento alternativo finalizzato all'acquisizione di farmacie. Tale progetto sarebbe guidato da F2i, l'azionista di maggioranza di Farmacie Italiane che nei mesi scorsi ha invitato Federfarma a entrare in un fondo di private equity destinato, tra le altre cose, ad acquisire farmacie di proprietà. Nel gruppo dovrebbero esserci anche alcune casse di previdenza, non quella dei farmacisti come aveva nelle settimane scorse indicato lo stesso presidente dei titolari di farmacia, l'Enpam, cioè i medici e banca Ifis, l’istituto che come è noto, detiene il 70% di Credifarma e il 70,77% di Farbanca, con le quali mette assieme oltre 4.700 farmacie clienti. Tra i partecipanti è stato fatto il nome anche di Banca Depositi e prestiti, cioè lo Stato.
 
Il quesito è stato posto all'Antitrust anche rispetto al ruolo di controllo che l'Autorità ricopre rispetto alla Legge n. 124 del 4 agosto 2017, quella che ha sdoganato la proprietà delle farmacie, con riferimento ai limiti di concentrazione a livello regionale.
 
L'intento del MNLF è quello di porre all'attenzione dei vertici dell'Autorità la congruità, rispetto alle leggi in vigore attinenti la tutela della concorrenza, dell'operazione.
 
Il Movimento ritiene di dover intervenire su tale argomento perché i riflessi che si avrebbero sull'intero comparto sarebbero a breve e lungo termine importanti, ed investirebbero direttamente ed indirettamente gli interessi di tutti gli attori della filiera, compresi quelli dei farmacisti dipendenti.
 
A tale proposito, si ritengono corrette le osservazioni critiche sollevate da più parti e, in particolare, quelle provenienti dalla Lombardia, dove si sollevano dubbi proprio sulla corretta competitività interna.
 
In maniera molto acuta qualcuno ha descritto lo scenario possibile: titolari che vendono la farmacia al loro stesso sindacato. Sindacato che invece di tutelarli, li compra.
Altri titolari che si ritrovano a competere con il loro stesso sindacato che gestisce la farmacia vicina. Sindacato che invece di tutelare i propri iscritti, fa loro concorrenza con la forza del capitale. Un sindacato che in definitiva userebbe i soldi dei suoi iscritti per acquistare farmacie che poi farebbero concorrenza agli iscritti stessi. 
Non ci sembra uno scenario esaltante.

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