02 settembre 2010
Antitrust: anticoncorrenziale impedire l'apertura di nuove parafarmacie
Ennesima presa di posizione dell'Autorità Garante contro le spinte corporative
Ancora una volta l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è dovuta scendere in campo con una segnalazione preventiva al Parlamento e al Governo circa la natura anti concorrenziale dei disegni di legge presentati al Senato. In particolare nel mirino dell'Antitrust il progetto di Slavo Fleres (Pdl - chi si ricorda il suo tentativo di blitz di qualche mese fa) dal titolo "Norme in materia di apertura di nuove parafarmacie" (S2079 presentato il 28 luglio 2010) subito accolto dalla XII Commissione Igiene e Sanità cui ricordiamo è Segretario nonchè relatore delle proposte di riforma del sistema farmaceutico Luigi D'Ambrosio Lettieri attuale V. Presidente FOFI.
L'Autorità presieduta da Antonio Catricalà non usa mezze misure e va al aldilà del singolo disegno di legge per abbracciare e censurare l'intera attività sulla materia della maggioranza presente in XII Commissione e più in generale sull'attuale assetto del servizio farmaceutico nazionale (pianta organica compresa). Dice l'Antitrust: La disciplina in questione si inserisce nel solco tracciato dal DDL 863, già segnalato dall’Autorità nel giugno 20092, di inversione di tendenza rispetto all’auspicabile ed avviato processo di liberalizzazione della distribuzione farmaceutica, mettendo seriamente a rischio la presenza delle parafarmacie sul mercato, nonché, in ogni caso, la loro idoneità a svolgere un’effettiva pressione concorrenziale nei confronti delle farmacie.
Infatti, il DDL 2079, precludendo l’apertura di nuove parafarmacie perlomeno fino a quando non sarà varata la nuova legislazione sulla distribuzione farmaceutica, pone un vincolo di tipo strutturale particolarmente restrittivo della concorrenza in mercati che sono stati recentemente liberalizzati. Tale vincolo, inoltre, si va ad aggiungere al regime della pianta organica previsto per le farmacie, la cui
ingiustificata restrittività è già stata oggetto di segnalazione da parte di questa Autorità.
E ancora: Al riguardo, l’Autorità intende preliminarmente ribadire che il contingentamento del numero di esercizi farmaceutici presenti sul territorio si traduce sostanzialmente nella protezione dei livelli di reddito degli esercizi esistenti, ed in particolare delle farmacie esistenti, piuttosto che nel conseguimento di una razionale e soddisfacente distribuzione territoriale degli esercizi di vendita al pubblico dei farmaci.
Più chiari di così non si può.
Ma è bene valutare "l'aridità" intellettuale anche di chi prova in tutti i modi a bloccare un processo ormai in itinere di cui non tutti, anche tra coloro che hanno aperto una parafernali, hanno capito la portata "rivoluzionaria" e liberale di quanto accade. Scrive Fleres nella sua relazione di accompagnamento al ddl: La semplice osservazione del territorio ci mostra come le parafarmacie, seppur considerate come un utile strumento di distribuzione dei farmaci, stiano diffondendosi in maniera incongrua e indiscriminata, soprattutto se pensiamo che non possono essere viste come un qualsiasi altro esercizio di vendita. Il farmaco, quale esso sia, non deve, a nostro avviso, essere considerato fuori da un percorso tracciato e ripercorribile in qualsiasi momento, perché ciò che è in gioco è la salute del cittadino, in un settore merceologico piuttosto anelastico.
È pur vero che le parafarmacie nascono per la vendita dei cosiddetti «farmaci da banco», ovverosia senza bisogno di prescrizione medica, nonché di vari presìdi sanitari di uso comune, per i quali non è necessario consultare lo specialista, ma ciò non toglie che anche un’aspirina o un prodotto per la cura del raffreddore può avere degli effetti non voluti, contro i quali è necessario porre in essere ogni cautela possibile.
Chissà se Fleres si è consultato con FOFI e Federfarma o solo con i suoi compagni di partito (Gasparri e Tomassini) e sa che questi soggetti l'aspirina vogliono venderla nei supermercati SENZA la presenza del farmacista. Chissà se Fleres si rende conto di quanto siano "insultanti" le sue affermazioni per chi svolge questa professione e si vede subalterno al luogo ove viene dispensato il farmaco rispetto alla propria preparazione certificata da un esame in cui lo Stato Italiano, quello che il senatore dovrebbe rappresentare, ha certificato come abilitante a svolgere la professione di farmacista.
Bene l'Antitrust per la sua meritoria e "paziente" opera e politica (anche culturale) pro-concorrenziale, ma bene anche la Federconsumatori con Rita Battaglia, il Movimento Difesa del cittadino con Antonio Longo e Antonio Lirosi (Pd) che dopo esser stato uno degli artefici della battaglia per approvare il decreto Bersani dall'interno del Ministero dello Sviluppo Economico, si batte perchè quella strada continui ad essere percorsa ed ampliata con i farmaci di fascia C.
Ministero, quello dello sviluppo economico, che ricordiamo da mesi è senza una guida autorevole con uno "spezzatino" di competenze che certo non giova ad un Paese che stenta ad uscire dalla crisi economica