26 maggio 2020
Covid-19 Toscana
Il caso della distribuzione delle mascherine riservate alle farmacie
La storia delle mascherine gratuite ha ormai una valenza surreale.
La Regione Toscana aveva stipulato un contratto con Federfarma (titolari di farmacia) per consentire la distribuzione delle mascherine gratuite alle sole farmacie presenti nel territorio regionale, poco più di 1000.
Le parafarmacie Toscane rappresentate da Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, Federazione nazionale Parafarmacie Italiane e Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane, circa 320, si erano offerte di distribuirle per ampliare la rete a disposizione dei cittadini con un aumento di circa il 25% in più di punti vendita, questo per evitare che ci fossero pericolosi assembramenti per acquisire le mascherine.
Al rifiuto da parte della regione giustificato da problemi di compatibilità con il software utilizzato e di proprietà di Federfarma (il sindacato dei titolari di farmacia) era stata proposta soluzione alternativa.
Silenzio totale.
Silenzio anche alla lettera di chiarimento in cui si faceva esplicito riferimento al trattamento discriminatorio nei confronti di questi esercizi ove opera per legge un farmacista e che il Consiglio dei Ministri ha da subito definito esercizi essenziali e quindi sempre aperti durante tutta la fase del lockdown.
Le parafarmacie Toscane rappresentate da Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, Federazione nazionale Parafarmacie Italiane e Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane, circa 320, si erano offerte di distribuirle per ampliare la rete a disposizione dei cittadini con un aumento di circa il 25% in più di punti vendita, questo per evitare che ci fossero pericolosi assembramenti per acquisire le mascherine.
Al rifiuto da parte della regione giustificato da problemi di compatibilità con il software utilizzato e di proprietà di Federfarma (il sindacato dei titolari di farmacia) era stata proposta soluzione alternativa.
Silenzio totale.
Silenzio anche alla lettera di chiarimento in cui si faceva esplicito riferimento al trattamento discriminatorio nei confronti di questi esercizi ove opera per legge un farmacista e che il Consiglio dei Ministri ha da subito definito esercizi essenziali e quindi sempre aperti durante tutta la fase del lockdown.
Ora le notizie riferiscono che forse la distribuzione verrà affidata alle edicole proprio per gli assembramenti verificatesi nelle farmacie.
In tale contesto, di cui sfugge la comprensione logica e le motivazioni, perplessità nascono spontanee sul perché la regione non abbia compreso le parafarmacie, ove ripetiamo opera un farmacista in grado di dare tutte le informazioni sull'uso corretto delle mascherine, e le abbia di fatto escluse.
"Voci di corridoio" riportano che sarebbero esser stati proprio i titolari di farmacia ad impedire che la distribuzione delle mascherine fosse effettuata anche dalle parafarmacie.
Pur se risulta difficile credere che dei professionisti nel mezzo di una delle più gravi crisi sanitarie del Paese abbiano compiuto scelte di natura corporativa a danno dei cittadini, necessari sono i chiarimenti che la Regione dovrebbe fornire su ciò che sta accadendo e perché.
In tale contesto, di cui sfugge la comprensione logica e le motivazioni, perplessità nascono spontanee sul perché la regione non abbia compreso le parafarmacie, ove ripetiamo opera un farmacista in grado di dare tutte le informazioni sull'uso corretto delle mascherine, e le abbia di fatto escluse.
"Voci di corridoio" riportano che sarebbero esser stati proprio i titolari di farmacia ad impedire che la distribuzione delle mascherine fosse effettuata anche dalle parafarmacie.
Pur se risulta difficile credere che dei professionisti nel mezzo di una delle più gravi crisi sanitarie del Paese abbiano compiuto scelte di natura corporativa a danno dei cittadini, necessari sono i chiarimenti che la Regione dovrebbe fornire su ciò che sta accadendo e perché.