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17 gennaio 2020

Test proporzionalitą UE

Fofi e Federfarma mantengano distanza di sicurezza

La direttiva UE 2018/958 che dovrà essere recepita entro il 20 luglio dal Parlamento Italiano prevede che gli Stati membri "in occasione di nuove normative riguardanti le professioni o di modifiche di quelle già approvate, devono analizzare in via preliminare la presenza di eventuali disposizioni legislative, regolamentari o amministrative che limitino l'accesso alle professioni regolamentate o il loro esercizio e valutarne la proporzionalità rispetto agli obiettivi - per esempio quelli di tutela dei cittadini, per evitare che siano più restrittive di quanto necessario". 

Rispetto a questi impegni, che tra l'altro investono una intera stagione di sentenze della Corte di Giustizia UE,  c'è chi sta muovendo le proprie truppe e all'unisono FOFI e Federfarma, senza remora alcuna, perseguono la stessa politica di chiusura.
Obiettivo delle due compagini è fare leva sull'aspetto sanitario, che certamente è importante, ma che non può rappresentare "la foglia di fico" per difendere interessi che nulla hanno a che fare proprio con quelli dei cittadini.

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane si chiedono se sarebbe superato tale test per tutte quelle regolamentazioni che impediscono gli autotest diagnostici nelle parafarmacie, le prenotazioni al CUP delle visite specialistiche, i servizi di prevenzione dedicati ai cittadini al d fuori della farmacia. Di quale tutela della salute si potrebbe argomentare se tali servizi fossero svolti dagli stessi farmacisti fuori dalla farmacia?
Quale sarebbe la motivazione utilizzata per impedire che sia svolto seriamente tale test nei confronti di una nuova legislazione che consentisse di vendere farmaci con obbligo di ricetta anche nelle parafarmacie, quando la tutela della salute è garantita da un professionista laureato ed abilitato e il danno per le farmacie sarebbe di soli 50 euro di perdita economica?
Quale volo pindarico potrebbe essere realizzato per limitare l'accesso alle facoltà di farmacia?

Il ministro della Salute in tutto ciò ha un ruolo chiave che deve essere svolto con imparzialità ed equità, qualità che appaiono offuscate da un crescente neocorporativismo che trova sempre più spazio nelle austere stanze del Ministero.

Il consiglio al Ministro Speranza è di guardare agli ideali che da sempre hanno ispirato l'azione di riforma della parte politica che rappresenta e di lasciar cadere nel vuoto le lusinghe trasversali di portatori d'interesse particolare lontano anni luce da quello dei cittadini.
 

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