25 novembre 2019
Antibiotico resistenza: per combatterla stop alle ipocrisie
Uccide pił degli incidenti stradali
10 mila morti in Italia, 33 mila in Europa, 10 milioni nel mondo, secondo l'ONU, entro il 2050.
Questi i dati relativi all'antibiotico resistenza.
L'Italia, in particolare, ha il triste primato in UE per decessi causati dalla resistenza dei batteri agli antibiotici, più delle vittime causate dagli incidenti stradali. Una vera e propria emergenza che deve essere affrontata come tale.
Non sono più sufficienti i "manifesti" d'intenti o le "giornate" della sensibilizzazione, spiega Fabio Romiti V. Presidente del MNLF, occorre agire subito, prima che il problema diventi ancora più grande e con ripercussioni economiche e sociali.
Per passare all'azione, continua Romiti, bisogna abbandonare le ipocrisie, buone per le tavole rotonde o i convegni, ma del tutto insufficienti ad affrontare il problema.
Il farmaco, qualsiasi farmaco, oggi può essere tracciato lungo tutta la filiera, non bisogna fare indagini raffinate, basta leggere i dati che produttori, distributori intermedi e finali debbono conservare e mettere a disposizione. Lo stesso vale per i prescrittori, sia essi veterinari che medici.
Se esiste una falla, che sia in zootecnia o in medicina generale questa può essere individuata in modo assai semplice. Possono essere utili le campagne di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, ma sono i professionisti della salute che devono essere monitorati perché ben consapevoli dei rischi a cui sottopongono la collettività con l'uso sbagliato degli antibiotici.
Poi ci sono, ricorda Romiti, anche altre armi, da mettere in campo.
Già nello scorso aprile, in occasione del Patto per la salute, abbiamo raccomandato l'adozione della ricetta digitale per tutte le prescrizioni ripetibili e non ripetibili, quelle fuori dal controllo del SSN.
Un nuovo sistema di prescrizione a basso costo che, come avvenuto per la digitalizzazione della ricetta veterinaria, permetterebbe di seguire con ancora più precisione tutti i farmaci nel loro percorso finale, eliminando alla fonte il "fai da te" e la consegna di antibiotici senza la prescrizione del medico. Inoltre, la diffusione di test diagnostici di proma istanza, come ad esempio quello per lo Streptococco, presso studi medici, farmacie e parafarmacie, sarebbero utili ad evitare scelte errate per i pazienti e la comunità.
Quando si stabilisce un'antibiotico resistenza, conclude Romiti, il danno non è solo per quel soggetto, ma anche per numerosi altri individui che nella loro vita potrebbero veder fallire una terapia antibiotica.
L'impegno deve essere di tutti gli attori in campo, ma la responsabilità è delle Autorità sanitarie che hanno gli strumenti, anche impositivi, per correggere comportamenti sbagliati ed affrontare seriamente quella che sta diventando una vera e propria emergenza nazionale.