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24 maggio 2019

I Presidenti di FOFI e Federfarma sbagliano

Le risposte all’invito di confronto pubblico

Le celeri risposte del Presidente della FOFI Andrea Mandelli e del Presidente di Federfarma Marco Cossolo al nostro invito ad un confronto pubblico da trasmettere in diretta, lasciano quanto meno basiti.

Il dubbio è se i Presidenti nel riproporre un tavolo di concertazione ormai delegittimato abbiano compreso l'intento dell'invito.
L'intento, assai chiaro, era quello di rendere partecipe l'intero corpo professionale delle posizioni a confronto, posizioni che potrebbero riguardare il futuro di migliaia di colleghi e che per questo riteniamo debbano essere conosciute da tutti e alla luce del sole.

Dispiace che Mandelli e Cossolo non se la siano sentita di confrontarsi pubblicamente sul perché da mesi vanno dicendo che le parafarmacie sono in crisi, quando tutti i dati di chi fa ricerca di mercato per mestiere dice il contrario, sul perchè il Presidente della FOFI propone di limitare l'accesso all'università basandosi su dati quanto meno dubbi e non appoggia proposte per aumentare l'occupazione, sul perchè, nonostante i tanti allarmi che da anni lanciamo su abusivismo professionale e consegna di farmaci senza ricetta, nulla abbiano conferito rispetto alle proposte da noi avanzate di allontanare chi farmacista non è dalla distribuzione di qualsiasi tipo di farmaco e adottare la ricetta elettronica anche per quelle ripetibili e non ripetibili.

Dispiace perchè sarebbe stato un confronto costruttivo.

E' veramente arduo comprendere come si possa chiedere di partecipare ad un tavolo ove l'unico obbiettivo è il superamento dell'esperienza delle liberalizzazioni del 2007 e chiedere, a chi quell'opportunità l'ha colta, di rinunciarvi.
In sostanza un suicidio professionle in cui la prima vittima sarebbe il cittadino.

Il tavolo di cui parlano i Presidenti, ha ormai da tempo perso non una, ma più gambe, è autoreferenziale e dannoso per la categoria perchè le soluzioni che vi albergano sono negative, non solo per le parafarmacie italiane, ma anche per tutti i colleghi.

La FOFI rischia di cacciarsi in un vicolo cieco, ma ne può uscire con un atteggiamento diverso, cominciando innanzitutto ad ascoltare le ragioni altrui, invece di attaccare o lasciar attaccare, ad ogni occasione, l'unico soggetto che in questi ultimi anni ha creato lavoro per se e per gli altri.

Il sistema di considerare i colleghi che operano negi esercizi di vicinato come reietti è offensivo, per tutti l'ultimo episodio del tavolo sulla REV con i veterinari, ove le parafarmacie non ci saranno, malgrado possano dispensare tutti i farmaci veterinari, un modo di agire che ancora una volta è contro gli interessi dei cittadini.

In un momento di stagnazione economica è incomprensibile come ci si ostini a tentare di voler far chiudere delle attività economiche con tanta ottusità, l'unica spiegazione è la tutela del proprio interesse.

Il vecchio progetto di Federfarma di voler togliere il farmacista dagli esercizi di vicinato non solo è pericoloso per la tutela della salute, ma anche anctieconomico per gli interessi del Paese.

"La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario", diceva Albert Einstein.

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