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20 marzo 2019

No ai Drugstore in Italia

No al disegno Sileri/Federfarma

Nelle farmacie newyorkesi tutti i farmaci acquistabili senza ricetta sono direttamente esposti a scaffale, ci si può servire da soli e andare in cassa, senza il bisogno di attendere il proprio turno al banco  ove c'è un farmacista.


Negli Stati Uniti le reazioni avverse causate da farmaci (ADR = Adverse Drug Reaction, qualsiasi effetto nocivo e non voluto conseguente all'uso di un medicinale) causano oltre 100.000 morti. Una  ricerca della Consumer Healthcare Products Association ha rilevato che l'81% degli adulti negli Stati Uniti utilizza farmaci per l'automedicazione come prima risposta a patologie minori, tra questi gli anziani, che rappresentano il 13% della popolazione U.S.A. hanno 2,5 possibilità in più rispetto a persone più giovani di avere un ADR e 1 su 3 di loro sperimenteranno in un anno un evento avverso al farmaco. Anche l'abuso di farmaci d'automedicazione tra gli adolescenti in U.S.A. è un problema emergente soprattutto nella fascia di età tra i 12 e i 17 anni, reso ancora più pericoloso dal concomitante uso di alcool e tabacco.
Tra i farmaci d'automedicazione sotto osservazione negli U.S.A. per la loro diffusione troviamo Paracetamolo, Aspirina e i lassativi. Il paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan e loro associazioni) può causare insufficienza epatica acuta se assunto in eccesso, effetti che si moltiplicano e abbassano la soglia se preso con l'alcool. L'aspirina, farmaco consigliato dalla Food and Drug Administration (FDA) per prevenire ictus o infarto, è usato impropriamente dal 10% dei pazienti negli Stati Uniti ed è stato associato a sanguinamenti extracranici, degenerazione maculare senile, sanguinamento gastrointestinale. Naturalmente i pazienti che usano anticoagulanti debbono porre una particolare attenzione nell'uso dell'aspirina. Tra i farmaci monitorati ci sono anche i lassativi, il cui abuso in particolare nelle persone con disturbi alimentari, può portare a gravi conseguenze come: perdita di minerali, acqua ed elettroliti, danni all'organo, in particolare al cuore e ai reni, a causa dello squilibrio minerale ed elettrolitico, possibile insufficienza cardiaca, Infezione o cancro del colon, sanguinamento e anemia successiva, dipendenza.

In Italia dal 2007 al 2018 non c'è stato alcune decesso legato direttamente all'uso di farmaci da banco e le ADR correlate rappresentano meno dell'1% di tutta la popolazione che usa questi farmaci.
Perchè?


Forse perché in Italia in farmaci da banco non sono esposti sugli scaffali di farmacie e parafarmacie ed è sempre presente un farmacista.
Tuttavia, non tutti in questo Paese la pensano in questo modo e qualcuno sta pensando d'introdurre anche in Italia il modello americano ed eliminare per alcuni farmaci la presenza del farmacista.


Il progetto, in avanzato stato di definizione, è stato presentato agli Stati generali delle farmacie, organizzato da Federfarma e vede come sostenitore Pierpaolo Sileri, Presidente della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato (M5s) che si dovrà occupare di tradurre il tutto in un disegno di legge.
Vecchio pallino dell'associazione dei titolari di farmacia, l'idea è quella di porre la parola fine all'unica vera riforma del settore, la liberalizzazione dei farmaci da banco e la relativa nascita delle parafarmacie, introducendo nel mercato le cosiddette confezioni "starter" di medicinali con un minor contenuto di compresse, gocce o altro e farle vendere sugli scaffali senza l'obbligo della presenza del farmacista.
Affare poco conveniente  per i consumatori perché gli stessi medicinali costerebbero di più per unità posologica, ma ottimo per Federfarma perché significherebbe la morte della concorrenza in questo settore.
Il numero dei farmaci da mettere sugli scaffali senza la presenza del farmacista sarebbe limitato, ma significativo.


Il tentativo s'incardina in un "disegno" più ampio che vorrebbe sottrarre le sedi farmaceutiche (poche, pochissime e localizzate nelle periferie italiane) al concorso straordinario del "Cresci Italia" ed affidarle ad un nuovo concorso dedicato anche ai titolari di parafarmacia che avrebbero 24 mesi per chiudere le loro attività.
Il tutto, a parte alcuni "problemini" sottaciuti d'incostituzionalità, stabilendo l'incompatibilità tra la professione di farmacista e l'attività in parafarmacia.


Naturalmente tale "volo pindarico" non bada alle numerose contraddizioni presenti, come ad esempio la richiesta da parte delle farmacie di seguire più attentamente l'aderenza alla terapia dei pazienti e fornire, a pagamento per lo Stato, più servizi e questo contemporaneo tentativo d'introdurre anche in Italia i drugstore sul modello americano.
Un gioco delle parti in cui il silenzio della Federazione degli Ordini dei farmacisti (FOFI) sull'argomento è totale.


Questo progetto va bloccato sul nascere.


Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane chiede al Ministro della Salute Giulia Grillo, quale responsabile della salute degli italiani e della sicurezza nell'uso dei farmaci un intervento immediato che arresti queste pericolose derive corporative.
 

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