09 giugno 2017
Parafarmacie: garante privacy contro Antitrust
Mentre il cittadino paga gli interessi corporativi
Tra i compiti principali del Garante della Privacy c'è la tutela del corretto trattamento dei dati e dei diritti delle persone connessi all'utilizzo delle informazioni personali.
Ora in una "sortita" poco comprensibile, il Garante ha affermato che solo nelle farmacie possono essere consegnati i risultati di analisi o test diagnostici, questo in contrasto con quanto già indicato dall'Antitrust che invece aveva rilevato una ingiustificata posizione dominante concedere solo alle farmacie la possibilità di attivare servizi di prenotazione e consegna referti (CUP) negandole alle parafarmacie.
Quale sia la differenza se un referto medico viene consegnato in farmacia o in parafarmacia da un farmacista non è dato saperlo. Il dermatologo Soro presidente del Collegio che sovraintende l'organismo che dovrebbe tutelare la riservatezza dei nostri dati non lo spiega.
Che in Italia la tutela alla privacy sia la "foglia di fico" ove nascondere tutto tranne proprio i diritti alla riservatezza è testimoniato dalla pratica quotidiana di ognuno di noi tempestati da decine di telefonate giornaliere, tracciati nel web in ogni ricerca e poi configurati nella pubblicità che appare nei nostri PC, seguiti ed osservati in ogni scelta che abbia un risvolto commerciale. Non ultima la questione del telemarketing nel Ddl concorrenza ove non ha certo "brillato" per protagonismo proprio il Garante della Privacy.
"A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", diceva Andreotti, ma certo con tutti i "buchi" sulla privacy che si hanno in Italia, l'interventismo del Garante sulla consegna dei referti in parafarmacia desta più di un sospetto.
Interventismo, tra l'altro, non giustificato perché in parafarmacia come in farmacia la consegna avviene tramite un farmacista, anzi spesso in farmacia non è un laureato a svolgere questa funzione.
Allora dov'è il "vulnus" per la privacy?
Forse "qualcuno" ha chiamato il Garante perché si esprimesse su un tema che poggia su leggi stimolate di concerto tra Ministero della Sanità e corporazione dei titolari di farmacia?
Non sappiamo e poco importa, quello che importa è che a rimetterci saranno i cittadini, privati della diffusione di un servizio, quello delle prenotazioni di visite ed analisi anche in parafarmacia che poi è il vero obbiettivo che si voleva colpire dopo quanto affermato chiaramente dall'Antitrust che le permetteva.
La gioia del neoeletto Presidente di Federfarma Marco Cossolo è comprensibile, le conclusioni affatto: le esclusive riconosciute alle farmacie, a parte la convenzione con il SSN, non sono il frutto di una differenza di sostanza, ma di attività corporativa.
Per quanto riguarda il fatto che l'istituzione delle parafarmacie, come detto dal Presidente Federfarma, si siano rilevate una illusione, spiace dover contraddire Cossolo, illusione è credere che blandendo i colleghi si possa abbandonare la battaglia per il libero esercizio della professione.
L'unica soluzione possibile è ristabilire all'interno della categoria condizioni di pari opportunità ed equità per tutti i professionisti iscritti.
Sanatorie improbabili o pasticci simili sono sì queste illusioni, si concentri il neo presidente Federfarma sul rinnovo del CCNL dei dipendenti e lasci perdere le parafarmacie, su quel tema c'è molto da lavorare e recuperare il troppo tempo perso.
Il pronunciamento del Garante non sposta di un millimetro il diritto delle parafarmacie, sancito dall'Antitrust, di fornire il servizio CUP.