23 giugno 2016
Ddl concorrenza - Il Paese non cresce tutelando le rendite di posizione
Le parole volano i fatti rimangono
Matteo Renzi nella Enews 433 di mercoledì scorso parla, riconoscendo nella sostanza la sconfitta elettorale alle ultime amministrative, della necessità di ascoltare con più attenzione il messaggio inviato e di tornare a discutere di crescita e diseguaglianze.
"Accogliamo questo invito e proponiamo al Presidente del Consiglio un immediato banco di prova: il Ddl concorrenza". Così Fabio Romiti, V. Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, risponde indirettamente all'esortazione del premier.
E spiega " la legge annuale sulla concorrenza è un formidabile strumento per aumentare il livello di competitività dell'economia italiana, sino ad ora è stato solo terreno per le scorribande legislative di lobby e corporazioni, mai luogo di tutela degli interessi di consumatori e degli esclusi dalle logiche protezionistiche". "Se le parole del Presidente del Consiglio non sono solo esercizio di retorica, questo è il terreno adatto per passare finalmente dalle parole ai fatti".
"Il paragrafo dedicato alle farmacie poi si è trasformato in un campo di battaglia tra poteri forti con nessun elemento che innalza il livello di concorrenza del settore e molti aspetti che finiranno per ottenere un unico risultato: la trasformazione di un monopolio in un oligopolio". "L'ultima proposta dei relatori della legge suona come un offesa all'intelligenza", continua Romiti, "volendo far credere che porre un tetto alla proprietà di non più del 20% delle farmacie su base regionale possa impedire a quattro o cinque società di controllare la maggioranza delle farmacie italiane"
"Non si crea un mercato pro concorrenziale senza un reale sistema duale di confronto dell'offerta, ovvero non si creano vantaggi per i consumatori senza la liberalizzazione dei farmaci di fascia C".
"Questo è il passaggio chiave per creare reale concorrenza in un settore che continua ad essere "presidiato" ancora per il 91% dalla farmacia in tutti i settori merceologici".
"Se il Presidente del Consiglio non vuole dilettarsi in esercizi di retorica cominci da qui eliminando le palesi diseguaglianze in una professione ove alcuni continuano ad ereditare una concessione dello Stato ed altri non possono dispensare farmaci per cui hanno studiato, conseguito laurea ed abilitazione.
"Le parole", conclude Romiti, "volano, i fatti rimangono e fanno la differenza".