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23 giugno 2010

Servizio Farmaceutico: tra minacce e richieste di liberalizzare

Federfarma minaccia di passare all’indiretta mentre nelle Marche si chiede più libertà per le parafarmacie

Quando si è cinti d'assedio, la strategia immediata, quella che la "pancia" chiede, è di contrattaccare e far vedere i muscoli.
 Se si è accusati di essere deboli bisogna far vedere di avere fegato, di essere dei "duri"

Ecco allora che Federfarma fa capire a chi deve intendere di essere pronta allo scontro duro e di accarezzare l'idea di un passaggio all'indiretta.

Conseguenza: i cittadini già colpiti duramente da una dura crisi economica potrebbero andarci di mezzo. Non che la manovra economica per la parte che riguarda la farmaceutica non sia priva di errori, a cominciare dalla struttura orizzonatale con cui colpisce indistintamente piccole e grandi farmacie, o nel modo con cui solo una parte della distribuzione ne subisce le conseguenze. Ma ricorrere sempre "all'arma letale" dell'indiretta ci sembra una mossa che difficilmente i cittadini comprenderanno. Certo non la comprenderà il dipendente pubblico che non avrà aumenti nei prossimi tre anni, il cassaintegrato, o quel giovane a contratto determinato.

Ci sono tempi di "vacche grasse" e tempi di "vacche magre" per tutti, ma per i farmacisti proprietari di grosse farmacie questi tempi non vengono mai. Le farmacie rurali sono sempre "il paravento" con cui ripararsi dai venti proppo impetuosi. Perchè se non è così, allora si sarebbe dovuto chiedere, contemporaneamente ad una maggiore equità di partecipazione allo sforzo economico dell'intera filiera, anche una maggiore proporzionalità rispetto ai fatturati di ogni singola farmacia.

Quest'ultimo punto non lo abbiamo ancora sentito, forse siamo poco attenti noi, oppure troppo flebile è la voce.
 Di certo non si provi a mttere ancora in mezzo i dipendenti, perchè i numeri degli utili dei precedenti anni del comparto li abbiamo anche noi e alle favole non siamo avezzi a credere.

Nel frattempo segnaliamo un banco di prova nelle Marche per trasferire dalla retorica della parola alla realtà dei fatti gli annunci:

Ancona, 22 giu. - Un forte appello a fare le liberalizzazioni cominciando dalle Marche e' arrivato oggi dalla Federazione regionale degli esercizi farmaceutici-parafarmacie, che ha chiesto di modificare un recente decreto della Regione, che "inspiegabilmente riserva alle sole farmacie la distribuzione dei prodotti-servizi del sistema sanitario regionale".
  Secondo la federazione, si tratta di un "decreto corporativo", che rende anche "piu' complicato per le parafarmacie l'ottenimento dell'autorizzazione alla distribuzione dei prodotti per celiaci". Al contrario, i titolari fanno notare che altre Regioni, "sia di centrosinistra che di centrodestra, hanno approvato provvedimenti che pongono su di un piano di parita' farmacie e parafarmacie, lasciando al cittadino al possibilita' di scegliere fra un numero maggiore di punti di distribuzione". Infine, la federazione fa notare che un'altra legge regionale, datata 2009, "prevede inspiegabilmente che alcuni strumenti sanitari per diabetici vengano esclusivamente distribuiti in farmacia".
  Da qui la richiesta ai politici marchigiani di centrosinistra di "attuare nei fatti anche nella nostra regione provvedimenti a favore delle liberalizzazioni e anti corporativi".

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