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15 giugno 2010

Relazione annuale dell'Antitrust

Bene idea di riformare art. 41, ma si mettano in opera gli strumenti gi� esisenti

Si è tenuta il 15 giugno la relazione annuale del Presidente dell'Autorità Garante della concorrenza e del Mercato Antonio Catricalà. Numerosi gli spunti offerti e i commenti positivi registrati. Il Presidente dell'Antitrust si è soffermato sulla situazione delle politiche di liberalizzazione in Italia.

La cultura dell’efficienza, del merito e della responsabilità non riesce ad affermarsi negli indirizzi legislativi, nelle prassi amministrative, negli atteggiamenti della politica, delle parti sociali e delle categorie produttive. All’approvazione della legge istitutiva dell’Antitrust non è seguito un percorso coerente e organico di ristrutturazione e di apertura effettiva dei mercati. Durante la congiuntura internazionale positiva degli anni Novanta abbiamo perso occasioni storiche per la creazione delle condizioni di contesto necessarie allo sviluppo. Il processo di liberalizzazione è stato altalenante e contraddittorio: in alcuni settori si sono ottenuti risultati significativi; in altri si sono incontrati gravi ostacoli. Nel complesso l’opinione pubblica non sempre ha avuto modo di percepire i benefici delle riforme. Il mercato non ha tardato a presentare il conto. L’Italia patisce, quanto meno dal 2000, tassi di crescita del PIL inferiori a quelli della media dei Paesi OCSE e UE. La produttività pro capite diminuisce costantemente. La quota delle nostre esportazioni si riduce comparativamente. Gli investitori esteri non considerano attrattivo il Paese. Parlamento e Governo ben sanno che occorre alleggerire il peso della burocrazia, sveltire i processi civili, investire in formazione, ricerca e sviluppo, incrementare il patrimonio infrastrutturale. Noi abbiamo il dovere di segnalare che non possiamo più pagare il prezzo di politiche anticompetitive.

Sì alle modifiche dell'articolo 41, ma in attesa delle modifiche costituzionali possiamo cominciare ad agire con le leggi che già abbiamo come quella della legge annuale sulla concorrenza se c'e reale volontà si può agire subito ha detto Catricalà.

Positivi i commenti sia da destra che da sinistra.

Altroconsumo da i voti alle liberalizzazioni

Voto 6 alle banche, dove la mobilità dei consumatori nel settore dei conti correnti resta bassa e tempi e difficoltà burocratiche frenano i trasferimenti dei clienti. La surroga gratuita dei mutui, poi, è stata a lungo apertamente ostacolata dalle banche.

Voto 7 alla liberalizzazione dei  farmaci da banco: i prezzi dei farmaci di fascia C senza prescrizione sono diminuiti, anche nelle farmacie tradizionali, a seguito della concorrenza delle parafarmacie e dei corner dei supermercati. Purtroppo scarsa è stata l'informazione ai consumatori, come è risultato anche dall'indagine effettuata lo scorso anno da Altroconsumo.

Ben sotto la sufficienza, invece, il settore delle assicurazioni che riceve voto 4: le tariffe Rc auto, dopo un periodo di rallentamento, hanno ripreso a salire. L'Antitrust ha recentemente aperto un'indagine su questo settore perché sono ancora tante le cose che non vanno.

E voto 4 anche agli ordini professionali, dove poco è cambiato. Gli obiettivi delle liberalizzazioni erano: eliminazione delle tariffe minime, divieto di pubblicità e divieto di concordare il compenso con il cliente in base al risultato raggiunto. Alcuni ordini professionali (in particolare gli avvocati) hanno ostacolato questi obiettivi invocando i codici deontologici; iniziative concorrenziali di giovani avvocati sono state bloccate dagli Ordini. La riforma della professione forense in discussione in Parlamento prevede la reintroduzione dei divieti eliminati nel 2007.

Altroconsumo denuncia, poi, una liberalizzazione mai nata: quella dei taxi che prende voto 3. Tassisti romani e non hanno protestato rumorosamente e quello che si voleva fare (consentire la creazione di piccole compagnie di taxi in aggiunta ai padroncini "monoauto" di oggi e favorire il contenimento dei prezzi e l'aumento del numero dei taxi) non si è fatto. Anzi proprio in questi giorni, a Milano e Roma le tariffe stanno aumentando.

"La morale - scrive Altroconsumo in una nota - è che gli effetti delle liberalizzazioni sono stati per ora sostanzialmente vanificati dalle resistenze di lobby e corporazioni interessate. In particolare nel settore bancario, assicurativo e delle professioni, le imprese interessate e gli ordini hanno giocato un ruolo determinante nel rendere inefficaci le misure di liberalizzazione, che andavano nella direzione giusta anche se da completare e proseguire".

Iterssante la posizione del Ministro Fitto che dichiara:  “Sin dall’inizio dell’attività di governo ho inteso esercitare la mia delega ai servizi pubblici locali nel senso dell’apertura effettiva e non meramente formale del settore alla concorrenza."  Ricordate chi prese l'iniziativa di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge della Regione Puglia che diminuiva il quorum per aprire farmacie nei centri minori?

Condivisibile l'analisi di www.libertiamo.it che rispetto all'analisi di Catricalà scrive nel proprio sito: "Forse, prima di mettere mano alla Costituzione, servirebbe un intervento su queste aree, oltre che sul socialismo municipale delle imprese di servizi pubblici locali, con la loro acuta idiosincrasia per la messa a gara; ma anche sulle poste, con la fine della riserva per il finanziamento del servizio universale, prevista per quest’anno, e lo sviluppo di aree di iniziativa privata, che erano state introdotte in passato ma sono state inesorabilmente soffocate nella culla, come del resto la maggioranza si accinge a fare con le parafarmacie, e con la restaurazione imposta dall’ordine forense."

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