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04 marzo 2015

Le "balle" di Federfarma

Come la casta ha convinto il Governo a fare marcia indietro

Il Governo Renzi si è fatto convincere a rinunciare al progetto di liberalizzazione da una serie impressionante di falsità. Il MNLF ne svela il contenuto e spiega quale è la realtà.

"Apriranno 3000 nuove farmacie", non potete liberalizzare ancora. Così il Presidente di Federfarma va ripetendo ad ogni piè sospinto. Peccato che le farmacie che mai apriranno alla fine del concorso straordinario partito ormai tre anni fa e su cui pendono molti ricorsi dei titolari di farmacia, saranno poco più di 1200. Poco più del 6% delle attuali farmacie. Ad oggi non una sola farmacia è stata aperta grazie al decreto-legge 24 gennaio 2012, n.1 che, lo ricordiamo, rappresentò un ripiego dopo il blitz notturno politico-corporativo mirato proprio ad evitare la liberalizzazione dei farmaci di fascia C già presente nelle bozze del Governo Monti.

Corsi e ricorsi storici della commistione tra alcune forze politiche e le corporazioni.

Il Ministro Lorenzin, i titolari di farmacia e alcune "pseudo" organizzazioni di anziani lanciano l'allarme per la salute pubblica: aumenteranno i consumi dei farmaci se liberalizzate i farmaci di fascia C. Tutti ingenui i cittadini e "allegri" i medici che davanti ad una liberalizzazione si prodigano per aumentare le loro prescrizioni anche se la patologia non c'è.

Allarmi gridati con l'unico scopo di difendere il proprio privilegio.


Inoltre, la solerzia del Ministro e le posizioni dell'Agenzia del Farmaco (AIFA) appaiono decisamente sospette allorché, nessun dito è stato alzato quando questa associazione denunciava l'abitudine diffusa su tutto il territorio nazionale di consegnare proprio quei farmaci d fascia C senza la dovuta prescizione medica.
Dov'era il ministro, quali controlli ha fatto quando migliaia di dipendenti laureati ogni giorno vengono costretti a violare la legge, pena la perdita del proprio posto di lavoro?.
Non è forse questo un pericolo per la salute pubblica?
Siamo in Italia e in Italia può succedere che una organizzazione sindacale di titolari di farmacia mentre richiama "catastrofici" pericoli per la salute dei cittadini in caso di liberalizzazione, allo stesso tempo lascia che i propri iscritti consegnino farmaci in violazione della legge.
Cosa ancora più grave è che il massimo responsabile della tutela della salute pubblica non fa niente e, anzi ne prende le difese.

Ancora: le piccole farmacie saranno costrette a chiudere in caso di liberalizzazione della fascia C. Peccato che i conti non tornano perché la perdita media per ogni farmaci si aggirerebbe intorno ai 30/35 euro al giorno. Si può fallire con queste cifre?

La verità è un'altra: quando un Governo ascolta solo i più forti o i loro rappresentanti politici ha, inevitabilmente,  una visione distorta della realtà è compie scelte sbagliate.

Il Paese continua ad essere bloccato. I giovani "soffocati" dal peso corporativo debbono subire l'elevato grado di disoccupazione senza che sia data loro la possibilità di reagire esercitando liberamente la propria professione. Sempre e solo le categorie protette trovano rappresentanza nel potere. Anche chi si presenta come "rinnovatore" o "rottamatore" non riesce a rottamare l'intreccio perverso degli interessi di casta.

Nel frattempo giovani professionisti e consumatori ringraziano per essere stati ancora una volta sacrificati sull'altare pagano  del conservatorismo peggiore che l'Europa conosca.

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