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12 gennaio 2015

Cronoprogramma Governo: priorità lavoro

Il DDl concorrenza e le nebbie corporative

Il nuovo cronoprogramma del Governo Renzi prevede a giugno l'avvio dei provvedimenti di liberalizzazione. Tuttavia, il Paese potrebbe non avere tutto questo tempo per diminuire le diseguaglianze, creare nuovi posti di lavoro e dare maggiori opportunità ai giovani.

Quando 7 giovani su 10 non credono nel recupero dell'Italia, la disoccupazione continua a crescere e il "familismo"  a farla da padrone, significa solo una cosa: l'ascensore sociale non è bloccato, ma definitivamente rotto.

Il disegno di legge per la concorrenza, in fase d studio da parte del Ministero per lo sviluppo economico, potrebbe essere lo strumento giusto per realizzare quel "cambioverso" tante volte richiamato dal Premier.

Tuttavia, passare dalle enunciazioni di principio ai fatti in Italia non è mai facile e quando appare all'orizzonte la sola possibilità di aprire qualche mercato alla concorrenza le "nebbie corporative" si alzano ad erigere un vero e proprio muro.

E' di questi giorni l'intervento del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Simona Vicari che si dice contraria a qualsiasi provvedimento che allarghi il numero delle farmacie o permetta la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta, ma non a carico del SSN). Il ragionamento de Sottosegretario è semplice: nel 2012 il Governo Monti ha già fatto riforme nel settore farmaceutico, non ne servono altre. Peccato che il Sottosegretario sia poco informato sul fatto che ad oggi, ovvero dopo circa tre anni da quel provvedimento, nemmeno una delle 5000 nuove farmacie paventate abbia aperto i battenti, peccato che la senatrice Vicari non sappia che se mai si riuscirà a terminare l'iter concorsuale sarà un vero e proprio "miracolo" se potranno aprire un numero di farmacie che corrisponderà ad un aumento degli esercizi di appena il 5%. La Senatrice inoltre, motiva la propria posizione richiamando dati Federfarma sul numero delle farmacie che sarebbero vicine alle chiusura o in gravi difficoltà. (7000 prossime alla chiusura e 4000 in difficoltà). A parte l'enormità dei numeri che si commentano da soli, si consiglia al Sottosegretario di controllare meglio le proprie fonti e di evitare di riportare dati con cui già altri si sono coperti di "ridicolo" perché palesemente infondati. Il settore delle farmacie meno di altri ha sofferto la crisi e il 2014 si è chiuso con il segno più. Le uniche farmacie che sono in seria sofferenza, meno di un centinaio su tutto il territorio nazionale, sono quelle mal gestite da tempo ove solo il monopolio a garantito loro la sopravvivenza. La senatrice Vicari non sorprende per le sue posizioni appartenendo ad una parte politica da sempre a fianco di lobby e  corporazioni.

La priorità per il Paese è la creazione di nuovi posti di lavoro e quando non si hanno fondi sufficienti per fare investimenti è necessario stimolare la crescita rimuovendo gli ostacoli posti a difesa di pochi e limitati interessi. L'ascensore sociale deve assolutamente ripartire attraverso la creazione di nuove opportunità, se così non sarà continueremo ad assistere impotenti all' emorragia di talenti e di giovani verso altri Paesi.

Il Governo più che preoccuparsi del cosiddetto "immobilismo democratico" si occupi e presto del ben più pericoloso "immobilismo corporativo" vera e propria "metastasi" dell'economia italiana.
 

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