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25 maggio 2010

L’Italia è in crisi economica, ma in Senato c’è chi continua a giocare con il fuoco

Il Governo vara i tagli, nessuna misura per la crescita economica

Mentre il Governo si appresta a varare una manovra economica da 24 miliardi di euro in due anni con il blocco sino al 2013 degli stipendi dei dipendenti statali, la riduzione ad una sola finestra per andare in pensione (slittamento di sei mesi), la  riduzione della pensione d'invalidità (da 74 all'80%), i tagli a ministri e parlamentari (10% sopra gli 80 mila euro) ecc. ecc., c'è chi continua a giocare con il fuoco.

Lasciando da parte la gustosa diatriba tra il premier e l'attuale Ministro del Tesoro sulla tracciabilità del denaro contante (prima 7000 euro di tetto poi 5000) con la materializzazione dell'ex ministro del Tesoro  Visco (potere dei vampiri?), e l'assoluta mancanza di un pur minimo provvedimento in favore della crescita, una cosa la dobbiamo dire chiaramente: qualcuno crede di poter impunemente continuare a fare i propri interessi.

In Senato in questi giorni si è ricominciato a parlare di riforma del sistema farmaceuutico italiano, il progetto, in buona sostanza ha due obiettivi:

1 - far credere che con le proposte in campo che sarà possibile aprire 1000/1500 nuove farmacie

2 - far chiudere d'impero o per "consunzione" le parafarmacie

Attenzione, i due obiettivi non sono slegati: il primo funge da alibi al secondo.

Le mille farmacie di cui "chiacchiarono" e s'illudono alcuni esistono solo sulla carta, sono virtuali e questo perchè da una parte riguardano comuni con meno di 6/700 abitanti, dall'atro il quorum unico a 4000 abitanti farà sì che le attuali farmacie sopranumerarie (pregasi ripassare tale concetto) verranno riassorbite. Le farmacie che si potranno aprire saranno pochissime, non andranno a fare concorrenza a quelle con i fatturati maggiori (chissà se i rurali se ne sono accorti) e coglieranno, al contempo, l'obiettivo di depotenziare il pericolo più grande: le parafarmacie e i famacisti che ivi operano.

Mentre stiamo attraversando la crisi più grave degli ultimi venti anni, c'è chi crede che sarà possibile e soprattutto indolore far morire le aziende di coloro che hanno investito tutto il proprio futuro con l'apertura del proprio esercizio farmaceutico.

Così non sarà.

C'è molta rabbia in giro ed è difficile convincere tutti che le proteste debbono avere una manifestazione civile, quando il proprio sostentamento viene "immolato" sull'altare del privilegio la rabbia cresce e diventa incontrollabile.

Nessuno pensi che si possa continuare a prendere in giro i propri iscritti (FOFI) con posizioni "trasversali" e di falso compromesso.

Compromessi non sono possibili.

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