08 gennaio 2014
Stage in farmacia creano disoccupazione
Lettera al Ministro del Lavoro e al Commissario UE
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha inviato una lettera al Ministro del Lavoro Enrico Giovannini e al Commissario Europeo per l'occupazione László Andor denunciando l'abuso che le farmacie stanno facendo dei tirocini formativi e di orientamento, i cosiddetti "stage".
L'uso disinvolto degli stage si traduce in una comoda alternativa all'apprendistato e agli altri contratti di primo impiego, nonché a tutte quelle forme di lavoro stabile che sulla carta, ma solo sulla carta, si vogliono indicare come dominanti.
La realtà però è ben diversa e, nel comparto delle farmacie, a fronte di un generalizzato ampliamento dell'orario di apertura degli esercizi, si assiste ad un aumento della disoccupazione con uno sfruttamento dei neolaureati che di fatto non svolgono alcun percorso formativo ma finiscono per diventare semplicemente forza lavoro a basso costo (3/400 euro LORDI al mese).
La straordinarietà di questa situazione sotto gli occhi di tutti è accentuata da tre fatti:
1) i farmacisti svolgono già un tirocinio formativo in farmacia all'interno del proprio percorso universitario di sei mesi, tirocinio obbligatorio e propedeutico ad ottenere la laurea e quindi l'abilitazione;
2) tra i soggetti promotori degli stage, che dovrebbero per legge controllare la qualità degli stessi, vengono riconosciute figure in rapporto economico contiguo ai soggetti ospitanti, le farmacie, con il risultato che i controllati sono di fatto in continuità d'interessi con i controllori.
3) solo il 9% degli stage si trasforma in un contratto stabile e questo perché il meccanismo è paragonabile ad una "giostra": allo stagista viene promessa l'assunzione ma, al termine del contratto, si passa allo stagista successivo senza soluzione di continuità.
Numerose testimonianze sono univoche nell'indicare le finalità di sfruttamento degli stage con giovani colleghi utilizzati per tutto il periodo del tirocinio con mansioni di magazziniere e, in alcuni casi, assegnati alle pulizie o al ruolo di "tuttofare".
I rapporti sull'attività svolta dal tirocinante sono spesso di fantasia e non conformi alla realtà dei fatti.
A tutto ciò si aggiunge la totale assenza degli organismi regionali che, pur solleciti nel rivendicare la propria autonomia legislativa, non producono alcuna forma di controllo e nessun monitoraggio sui tirocini realizzati nel proprio territorio.
Inoltre, nel caso delle farmacie, vi è un ulteriore strumento di sfruttamento più volte denunciato dal MNLF: per poter accedere ai concorsi per sedi farmaceutiche i farmacisti debbono aver esercitato per almeno due anni e, pertanto molti colleghi pur di raggiungere tale traguardo si rendono disponibili a prestare la propria attività a titolo completamente gratuito, senza alcuna forma di rimborso a qualsiasi titolo.
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti chiede al Ministro del Lavoro e al Commissario Europeo per l'occupazione un intervento immediato che punisca tali abusi e stronchi sul nascere un sistema di sfruttamento, che di fatto rende ancora più complicata l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro.
Il modello degli stage scelto dall'Italia è ben lontano da quello "duale" operativo in Germania ove gli stage si fanno all'interno del periodo d'istruzione. Il sistema italiano, paradossalmente, potrebbe portare ad un ritardo nel raggiungimento del primo impiego e a un allungamento del periodo di disoccupazione.
Il Governo e le Regioni debbono rivedere tale istituto e, nel caso delle farmacie, renderlo operativo solo nella fase curriculare, ovvero facente parte unicamente del percorso formativo per ottenere la laurea e quindi l'abilitazione alla professione di farmacista.