05 dicembre 2013
Corte di Giustizia UE: no alla fascia C alle parafarmacie
La sentenza
Le guerre sono fatte di tante battaglie, alcune vinte, altre perse.
Quella intentata davanti alla Corte di Giustizia Ue è stata persa. Certo, i mezzi messi in campo erano impari, tuttavia ogni battaglia in cui si crede deve essere combattuta sino in fondo.
Quella di oggi è una tappa, un episodio rilevante su cui riflettere, non la fine della guerra.
Finchè esisteranno diseguaglianze ci sarà qualcuno che chiederà giustizia.
La Corte di Giustizia ha sposato in toto la tesi e i "piagnistei" dei grandi "illusionisti", di coloro che continuano a dire che con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C le farmacie fallirebbero soprattutto nelle zone più disagiate. Là dove parafarmacie non hanno mai aperto (autoregolazione del mercato) e in un contesto di mercato, quello dei farmaci di automedicazione (l'unico esempio noto), dove il 10% di quel mercato dopo sei anni è ancora saldamente in mano alle farmacie per il 90%.
Verrebbe da dire alla Corte di Giustizia: ma di cosa stai parlando?
Pur ammettendo che esiste restrizione del mercato si sposano tesi che nulla hanno a che fare con il concetto di proporzionalità, perchè se questo concetto fosse preminente come accadeva in passato ad altre sentenze della Corte, oggi il concetto che avrebbe dovuto prevalere sarebbe dovuto essere quello della libertà.
Libertà che la Corte nega per salvaguardare un soggetto privato: la farmacia italiana.
L'unica cosa esatta di questa sentenza è l'asserzione, peraltro scontata, che ogni Paese può liberamente scegliere il livello di garanzia della tutela della salute pubblica.
Ecco, se si fosse guardato con più attenzione alla sentenza delle Asturie, forse si sarebbe compreso meglio che il Trattato Europeo non può essere cambiato con una sentenza, ma attraverso una battaglia interna agli organi legislativi italiani.
Quella battaglia che noi continueremo a fare.
SENTENZA CORTE DI GIUSTIZIA INTEGRALE
