30 aprile 2010
Obiezione di coscienza: no alla farmacia
La posizione del MNLF
In riferimento alla presentazione del disegno di legge che concederebbe la possibilità al farmacista di esercitare la propria obiezione di coscienza, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ritiene utile fare alcune puntualizzazioni.
Al farmacista, in linea di principio, può essere garantito il diritto di esercitare obiezione di coscienza, alla farmacia tale comportamento deve essere negato.
Mentre al singolo professionista non può essere negata la libertà di scelta rispetto alle proprie convinzioni etiche o religiose, alla farmacia, in quanto già detentrice di un’esclusiva e concessionaria di un rapporto privilegiato con lo Stato di monopolio, non deve essere permesso di esercitare l’obiezione di coscienza e quindi rifiutarsi di vendere farmaci come la pillola del giorno dopo o affini.
Ogni farmacia, nel caso venga riconosciuto tale diritto al professionista, dovrà provvedere che nel proprio organico sia sempre a disposizione almeno un farmacista non obiettore in modo da non ledere un altro diritto: quello del paziente di ottenere il farmaco.
In caso di obiezione di coscienza del titolare della farmacia o dell’impossibilità della farmacia di consegnare il farmaco per assenza di professionisti disponibili, dovrà essere revocata la concessione dello Stato che permette a quella farmacia di operare sul territorio e la stessa rimessa a concorso.