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31 maggio 2013

Rinvio alla Corte Costituzionale pietra tombale sulle liberalizzazioni

MNLF al Govwerno: liberalizzate fascia C

Il rinvio alla Corte Costituzionale dell'articolo 11 del decreto "Cresci Italia" da parte del TAR Veneto  (ordinanza n. 713 del 17 maggio 2013) sarà la pietra tombale sulle liberalizzazioni volute dal Governo Monti. Così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti commenta la decisione del Tribunale amministrativo.

Come già anticipato nelle scorse settimane, la strategia messa in campo per annullare le liberalizzazioni inizia a dare i propri frutti.  I centinaia di ricorsi presentati dai titolari di farmacia contro il provvedimento legislativo che permetteva l'apertura di nuove sedi farmaceutiche avevano come obbiettivo primario quello di ritardare l'iter concorsuale e tale obbiettivo è stato di fatto raggiunto.
L'accoglimento dei dubbi di costituzionalità da parte del Tar Veneto avrà come effetto immediato il blocco dei concorsi in tutte le regioni. Un ritardo che va ad aggiungersi a quello già accumulato dalle stesse amministrazioni regionali: dopo 16 mesi nessuna nuova farmacia aperta.
Inoltre, se la Corte dovesse accogliere la tesi d'incostituzionalità, tutto il lavoro d'individuazione delle zone ove insediare le nuove farmacie operato dai Comuni risulterà illegittimo e quindi nullo.

Che si tratti di una strategia pianificata a tavolino - continua il MNLF - è un dato inoppugnabile, confermato dal fatto che alcuni dirigenti dell'associazione dei titolari di farmacia hanno presentato ricorso in prima persona. (si veda ricorso al Tar Friuli Venezia Giulia/titolari farmacia Trieste).

A questo punto - commenta Vincenzo Devito, Presidente del MNLF - è chiaro a tutti che quanto andavamo dicendo in occasione della discussione della legge, si sta avverando punto per punto: un sistema autoreferenziale ed illiberale come quello delle farmacie non si può modificare solo parzialmente, esso va completamente rifondato perché nei meccanismi ereditati dalle leggi precedenti sono già presenti gli "anticorpi" per annullare qualsiasi processo virtuoso di riforma.

Il fallimento delle liberalizzazioni delle farmacie rappresenta solo la punta dell'iceberg  dei mediocri risultati ottenuti anche in altri settori delle libere professioni, risultati  che hanno disatteso le ripetute raccomandazioni degli organismi europei (BCE - OCSE - COMMISSIONE UE), Raccomandazioni riprese pochi giorni fa dal Presidente della Commissione UE José Manuel Barroso.

Proprio questo è il punto - continua Devito - hanno varato provvedimenti  "soft" per rispondere all'emergenza, ma nel settore delle farmacie nemmeno questi provvedimenti andavano bene perché intaccavano il reddito di coloro che erano già presenti nel mercato e per questo motivo vengono fatti fallire.

Ci rivolgiamo al Governo e al Parlamento:  il Paese non può tornare a crescere solo con l'aumento della spesa pubblica, occorrono anche le riforme e tra queste deve trovare posto anche la liberalizzazione della fascia C, ovvero dei farmaci con ricetta pagati direttamente dai cittadini.

Una riforma vera a costo zero per lo Stato che porterebbe nuovi investimenti, nuova occupazione e nuova concorrenza in favore dei consumatori.
Risultati immediati di cui l'Italia ha bisogno per tornare a sperare.

 

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