03 aprile 2013
Enpaf: tentativi di riforma
La posizione MNLF
Quest'oggi il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha partecipato all'incontro convocato dall'Ente previdenziale di categoria. L'obbiettivo era quello di sondare possibili modifiche al sistema previdenziale del farmacista, ma anche quello di operare una ricognizione circa le difficoltà economiche ed occupazionali.
Nell'ottica di trasparenza che guida l'azione di questa organizzazione, il MNLF riporta alcuni stralci del proprio intervento e l'intero documento presentato durante l'incontro.
Il Dr. Gaetano De Ritis ha presentato la situazione economia riportando alcuni dati macroeconomici del Paese e la situazione occupazione ed economica di altri settori produttivi e sottolineato alcune situazioni critiche e le proposte di cambiamento più strettamente legate alla previdenza.
Questa una breve sintesi, il documento completo è disponibile in fondo alla pagina.
A Febbraio 2013 il TASSO DI DISOCCUPAZIONE è all'11.6% di cui quella GIOVANILE compresa tra i 15 e i 24 anni è al 37,8%.
L'inflazione è passata dal 3,2 di settembre all'1,7 di marzo, segnale questo strettamente legato al calo dei consumi delle famiglie che la Confcommercio prevede addirittura del 2,4%, la perdita di consumi reali per abitante alla fine del 2014 rispetto al 2007 sarebbe pari al 9,7%. Tradotto in cifre, equivale a una riduzione di circa 1.700 euro pro capite.
La produzione industriale rispetto al 2008 è diminuita in Italia del 25,1% (Fonte Confindutria)
In questo contesto il mercato farmaceutico italiano è in sofferenza, in parte ciò è dovuto ad ulteriori politiche di controllo e contrazione della spesa sanitaria per quanto riguarda il farmaco etico, in parte per una contrazione generalizzata dei consumi che ha portato ad una diminuzione degli acquisti dei farmaci di fascia C pagati direttamente dai cittadini. In controtendenza integratori e parafarmaci.
Tale sofferenza confrontata con altri settori produttivi del Paese appare più contenuta, certamente meno drammatica di altri comparti.
Gli isolati casi di fallimento di farmacie, presi immediatamente ad esempio, non sono l'avanguardia di uno stato generalizzato, questi pochi casi ben noti derivano da situazioni pregresse di "malagestione" , questa sì numerosa nel panorama italiano.
L'occupazione in farmacia, come in altri settori economici, riflette una crisi di cui si stenta di vedere la fine, tuttavia il calo di occupati in questo settore ha spiegazioni certamente meno legate alla crisi e molto più al mantenimento dei livelli di reddito dei titolari di farmacia.
Come dicevamo in precedenza, tra le numerose segnalazioni giunte in preparazione del IV Congresso Nazionale dei farmacisti non titolari dello scorso ottobre a Rimini, il problema previdenziale è tra quelli maggiormente sentiti dai colleghi. Nodo centrale è l'automatismo che lega l'iscrizione all'Ordine con la contribuzione Enpaf, malgrado la contribuzione Inps.
Lo Stato vuole giustamente che ognuno di noi abbia una copertura pensionistica, lo Stato non impone che se ne debbano avere due a tutti i costi, di conseguenza dovrebbe essere permesso a chi è contribuente INPS d'iscriversi all'Ordine professionale senza alcun automatismo d'iscrizione all'ENPAF.
Allo stesso modo deve essere consentito a chi lo desidera, in una scelta assolutamente liberale, di optare per il mantenimento delle quote sino ad ora versate all'ENPAF o, al contrario, di far confluire queste quote nell'INPS per andare ad arricchire la propria rendita pensionistica.
Sappiamo bene che l'attuale normativa impone ai farmacisti dipendenti la doppia contribuzione e sappiamo bene che, anche volendolo, l'Enpaf non è soggetto in grado di mutare tale stato. Tuttavia, ciò non impedisce, se c'è la volontà, indipendentemente da quello che è l'orientamento di altre professioni sanitarie, di avviare una attività legislativa capace di cambiare tale legislazione. Norma che questa organizzazione proverà comunque a modificare.
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