22 febbraio 2013
La lettera alle corporazioni
Berlusconi scrive a Fenagifar
Durante le elezioni politiche se ne possono sentire tante, ma arrivare a certi livelli è veramente difficile.
Ci è riuscito Silvio Berlusconi che rispondendo al Presidente della Fenagifar dichiara tra le altre cose che:
"Con riferimento alle questioni relative alla farmacia territoriale, ali' assetto della distribuzione del farmaco, alle parafarmacie e ai corner della G.D.O. la posizione e l'impegno del Popolo della Libertà nella legislatura appena conclusa risulta con chiarezza nel disegno di legge presentato da nostri autorevoli parlamentari con l' AS 863 e la strenua difesa dei principi di autonomia e indipendenza della professione."
Non sappiamo chi ha scritto realmente questa missiva (la lettera completa), forse Tomassini, Gasparri o Mandelli/Lettieri, di certo è che il disegno di legge in questione di tutto parla tranne che di autonomia ed indipendenza della professione.
A meno che vendere farmaci d'automedicazione senza la presenza del farmacista (come prevedeva il disegno di legge) rappresenti uno strano concetto di autonomia ed indipendenza. Lo stesso concetto in favore della grande distribuzione di cui per molto tempo si sono "riempiti la bocca" coloro che hanno accarrezzato a lungo il sogno di veder cancellato il Decreto Bersani che ha istituito le parafarmacie.
Spieghi il presidente Fenagifar a Berlusconi che quello riportato non rappresenta proprio un esempio cristallino di principio di autonomia ed indipendenza della professione, ma al contrario un vero e proprio "baratto" per mantenere tutelato il proprio profilo corporativo, profilo che non ci sembra ispiri i principi di un forza politica che si dice liberale.
Per quanto ci riguarda un motivo in più per mettere in guardia i farmacisti non titolari italiani da l'affidare il proprio voto ad una forza politica quantomeno con le idee confuse sulla categoria e non solo…