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29 gennaio 2013

Corporazioni: assalto al Parlamento

Comunicato stampa MNLF

A meno di un mese dalle elezioni politiche, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti denuncia il clamoroso tentativo delle corporazioni di riprendere il controllo del Parlamento.

Essere candidati in una lista politica è un legittimo diritto di ogni cittadino, quindi anche di coloro che rappresentano interessi corporativi, meno opportuno è che Presidenti, Vice Presidenti e Consiglieri nazionali di Ordini professionali continuino a mantenere il proprio ruolo malgrado siano inseriti in liste elettorali.

Magistrati e giornalisti hanno rilevato evidenti condizioni d'incompatibilità etica ed hanno fatto la cosa giusta: si sono dimessi.

Certamente non c'è un impedimento formale, ma il caso dei farmacisti è eclatante: Presidente e Vicepresidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Mandelli e Lettieri nel Pdl) candidati alle prossime elezioni politiche.
Nella precedente legislatura il Vice Presidente della FOFI On. Lettieri (titolare di farmacia) si era particolarmente distinto per la propria attività contro qualsiasi forma di liberalizzazione del settore ed aveva sostenuto tentativi di cancellare quelle già fatte.
Niente induce a pensare che l'ulteriore candidatura del Presidente della Fofi possa avere esito diverso.

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti chiede sia al Presidente che al Vice Presidente della FOFI di dimettersi, in caso di elezione, dal proprio ruolo.

Gli Ordini professionali non sono delle semplici associazioni, ma Enti pubblici chiamati a tutelare i propri iscritti e a svolgere compiti di vigilanza.
Indipendenza e imparzialità dovrebbero essere  condizioni irrinunciabili per i vertici professionali.
Tuttavia, da sempre, gli Ordini professionali e quello dei Farmacisti in particolare, svolgono attività di "orientamento" e "pressione" nei confronti degli organi istituzionali.

Il mantenimento della carica di vertice all'Ordine professionale non solo è contrario all'etica pubblica, intesa come tutela dell'interesse generale, ma arreca un danno all'intera categoria che si vuole rappresentare, perché fatalmente meno credibile nelle proprie rivendicazioni, anche quando queste sono legittime e nell'interesse dei cittadini.

Il Paese ha necessità di lasciarsi alle spalle vecchie pratiche e di fare chiarezza nello svolgimento dell'attività dei propri eletti.
Chiedere a magistrati e giornalisti di lasciare il proprio ruolo quando si candidano è giusto, estendere questa richiesta, in caso di elezione, anche ai vertici degli Ordini Professionali  è un obbligo civile di democrazia.
In caso contrario, il rischio è di tornare al Consiglio Nazionale delle Corporazioni, anno di nascita 1930.

 

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