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06 marzo 2012

Lettera ai colleghi

Articolo 11: più equità

Il testo uscito dalla Commissione Industria del Senato, fatto proprio dal Governo attraverso un maxi emendamento e quindi approvato dall’aula, necessita di alcune ulteriori riflessioni.
In particolare la nostra attenzione vuole concentrarsi sulla valutazione del punteggio relativo al concorso straordinario per soli titoli finalizzato  all’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche.


Prima di parlare di questo è però necessario fare una premessa che aiuti a rendere ancora più chiaro l’orizzonte: il comma relativo alla vendita in parafarmacia dei farmaci veterinari con ricetta medica e quello che permette la preparazione dei galenici, ancorché senza ricetta medica, sono stati realizzati materialmente e sostenuti dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, NESSUN ALTRO può assumersene la paternità. Riconoscendo, ovviamente, il sostegno politico esercitato dal Pd. Tra quanto da noi proposto c’era  anche l’eliminazione del limite dei 12.500 del “Salva Italia”, ma anche l’abolizione dell’art. 9 della legge 221 del 1968 (eliminazione delle maggiorazioni dei titoli).
Questo passaggio è da tenere a mente per comprendere quanto andremo a dire successivamente.


La nostra battaglia è sempre stata quella per il LIBERO ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE attraverso la creazione di un sistema duale che da una parte ha come pilastro la farmacia convenzionata e dall’altro la FARMACIA NON CONVENZIONATA, (Convenzione che, ovviamente, non potrebbe  in alcun modo essere  ceduta o trasferita). Unico modo, a nostro avviso, per determinare un sistema concorrenziale in grado di portare vantaggi ai consumatori e allo stesso tempo offrire una possibilità a TUTTI i colleghi. In questa visione prospettica, la liberalizzazione della fascia C  per gli esercizi di vicinato aperti dopo le “ lenzuolate” di Bersani, rappresentava importante  momento strategico, per il quale continueremo a batterci con forza.
La farmacia non convenzionata è patrimonio del MNLF che non ieri, ma ben DIECI ANNI or sono lo ha materialmente tradotto in una proposta di legge (Carella et altri atto S1389). Il fatto che altri siano approdati alle stesse conclusioni ci fa piacere, ma la luce accecante della ribalta non può far dimenticare il percorso intrapreso perché le scelte di fondo sono strumentali solo agli obbiettivi da raggiungere, mai al palcoscenico che si calca in quel momento.


Tornando ai punteggi per il concorso straordinario previsto nel decreto legge del Governo, era del tutto evidente che l’apertura di un numero “sensibile” di sedi farmaceutiche, senza la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, avrebbe comportato la chiusura per molte parafarmacie. Per limitare tale evenienza ci siamo attivati con soluzioni che producessero una “prospettiva” per il futuro (ricetta veterinaria, galenico, abolizione limite 12.500), consapevoli che  riproporre la liberalizzazione della fascia C era un obbligo, ma realisticamente con scarsa possibilità di successo.
Abbiamo seguito con attenzione e impegno i vari emendamenti ( le varie stesure , le diverse proposte…) cercando d’indicare, sempre, soluzioni impostate all’equità. Quello che ad un certo punto è emerso: la  divisione per quote delle sedi farmaceutiche non ci ha  visto sicuramente entusiasti. Una soluzione questa che non aveva nulla a che fare con il merito, ma che tuttavia dava a tutti i soggetti in campo (titolari rurali, dipendenti, titolari parafarmacie) una “possibilità”. Questo sarebbe stato anche un riconoscimento al “rischio” sostenuto dai colleghi che hanno aperto un esercizio di vicinato e alla battaglia da loro condotta (insieme al MNLF) per la fascia C. Una  battaglia che se non ci fosse stata non avrebbe portato all’apertura di alcunché. Se con onestà intellettuale è giusto dare atto di ciò, allo stesso tempo, è bene che anche questo venga da tutti riconosciuto:   senza la lotta che il MNLF ha condotto in assoluta solitudine per anni, nessuno oggi parlerebbe di liberalizzazione nel settore farmacie.


Il non essere usciti allo scoperto  opponendoci  con fermezza a questa proposta sin dall’inizio è una delle cose che, vista l’evoluzione successiva,  ci  rimproveriamo, ma il mantenimento dell’unità in una fase cruciale ha preso il soppravvento.


Tuttavia, quando, come successivamente  ci è stato spiegato, anche questa soluzione (la divisione per quote)  si è dimostrata  impraticabile da un punto di vista costituzionale, le soluzioni alternative individuate non  ci hanno visti partecipi, richiamando noi, in ogni contesto,  “equilibrio” ed “imparzialità”.
Il risultato ottenuto ha luci ed ombre: mentre il resto dell’articolo 11 è un buon compromesso, viste le condizioni politiche, la parte che riguarda i punteggi per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche e’ “INDECENTE”, crea ulteriore diseguaglianza, divisione, nuove lobby, ma soprattutto NON risolve i problemi di iniquità presenti nella categoria, al contrario, li acuisce. I mezzi usati sono gli stessi del 1968 e del 1991: fare una riforma per soddisfare “gli appetiti” di una parte della categoria. Nuovi e vecchi attori che ricorrono a strumenti già collaudati in passato.

La sanatoria o trasformazione come “scorciatoia” alla soluzione dei problemi non ci è mai piaciuta e non ci piace nemmeno oggi, come abbiamo fatto in passato ci opponiamo. “La coerenza non puoi invocarla per il prossimo se non la pratichi su te stesso”


Inoltre, la possibilità data a chi ha meno di 40 anni di associarsi impedendolo a tutti gli altri ha dei seri profili d’incostituzionalità sia nei confronti del dettato Costituzionale (articolo 3) che del diritto comunitario (art. 2 della direttiva 2000/78/CE) laddove per “principio di parità d’intende l’assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta a causa della religione, delle convinzioni personali, degli handicap, dell'eta' o dell'orientamento sessuale”.


E’ chiaro che non possiamo rimanere a guardare l’approfondirsi delle diseguaglianze e delle divisioni, lo dobbiamo per rispetto dei colleghi e del lavoro fatto in tutti questi anni, un lavoro che non può essere “sporcato” da niente e da nessuno. Nel limite del possibile tenteremo di correggere ciò che riteniamo sbagliato nel testo approvato al Senato. Ma quello che riteniamo altrettanto importante è ricostruire un obiettivo comune e questo lo si può fare solo decidendo democraticamente, attraverso un congresso nazionale, una rappresentanza autorevole. Il MNLF ha dato avvio alla procedura che porterà a questo momento di sintesi, tutti sono chiamati a dare il proprio contributo e ad accettare ciò che verrà deciso nei prossimi mesi in un momento assembleare per provare a volare ancora più in alto.

 

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