15 gennaio 2012
La pillola avvelenata di Federfarma
di Vittorio Zucconi da Repubblica.it
Sul fatto che tutte le categorie abbiano il diritto di difendere i propri interessi anche se e quando non corrispondono agli interessi dei cittadini di altre categoria non ci piove. Ma quello che la difesa non ha diritto di fare è diffondere falsità e dati ansiogeni a un pubblico particolarmente vulnerabile come i pazienti che vanno a comperare medicinali.
Sulle bacheche delle farmacia romane (chiuse) tra le quali vago alla ricerca di una aperta, leggo oggi un annuncio ufficiale fatto dall’ufficio stampa di Federfarma Lazio. Racconta di come 100 mila americani muoiano ogni anno per “ADR”, reazioni avverse di varia natura ai farmaci, secondo il Jama (Journal of The American Medical Association, noi diremmo “l’Ordine”). E’ vero, ma il comunicato trascura un piccolo dettaglio: questi 100 mila indicati dall’articolo MUOIONO IN OSPEDALE.
Altre inchieste ufficiali sempre della Ama e di varie università confermano che sono circa 50 mila le vittime di effetti avversi da medicinali regolarmente acquistati in farmacie dietro ricetta, per errore del medico, del farmacista o del paziente, nell’assunzione del prodotto.
La liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco e quelli da ricetta di fascia C non c’entra un beatissimo accidente con quella cifra sparata dalla Federfarma (anche perché sarebbe comunque un farmacista a controllare ricette anche nei supermercati, come avviene negli Usa). Difendete i vostri interessi, amici farmacisti, ma non affidatevi a propaganda così grossolana e così da tabloide per spaventare i pazienti. Togliete almeno quel comunicato dalle vostre bacheche.