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23 dicembre 2011

Cergas Bocconi e petizione Federfarma

Pressioni sui dipendenti per aderire

Innanzitutto la solidarietà del MNLF a Donatella Marchesini che è arrivata al sesto giorno diello sciopero della fame per difendere la propria dignità professionale e il diritto costituzionale d'intraprendere liberamente l'attività per cui si è laureata ed abilitata.

Come un "controaltare" bizzarro non possiamo non tenere conto di ciò che viene raccontato agli anziani clienti delle farmacie per convincerli a firmare la petizione contro la liberalizzazione del settore. Lo facciamo per la dignità della professione, ma su due argomenti, uno sugli esigui vantaggi che la manovra avrebbe portato, presentati come verità da uno dei giornalisti del quotidiano on-line della Fofi (subito smentiti dal direttore dell'istituto) e l'altro sugli espliciti "inviti" ai dipendenti per firmare la raccolta di firme dei titolari di farmacia contro l'apertura del settore, non possiamo tacere.

Il direttore della Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale) della Bocconi, Francesco Longo, così come riportato da Farmacista33, ha confermato come gli effetti che sarebbero derivati dalla liberalizzazione della fascia C nella sua prima versione non avrebbe portato a un aumento del consumo dei farmaci, ma a un abbassamento del prezzo di circa il 23-24% e a un incentivo del farmaco generico. «La liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta avrebbe riguardato non la loro prescrizione, bensì la loro distribuzione. La liberalizzazione non induce di per sé un aumento del consumo dei farmaci, ma facilita l'accesso al prodotto». Tanto più che, così come avvenuto per i farmaci da banco nelle parafarmacie, «ci sarebbe stata sempre la presenza di un farmacista» le stesse tesi sostenute dal MNLF e dalle associazioni delle parafarmacie (ANPI, FEF, FORUM PARAFARMACIE).

Esattamente l’opposto di quanto riportato dal quotidiano on-line della Federazione Nazionale Ordini dei Farmacisti (FOFI) che in un articolo “artefatto” cercava di relegare ad insignificante i risparmi possibili per i cittadini. “Minimizzare” è la nuova parola d’ordine in difesa del monopolio.

Una difesa che il MNLF definisce “arrogante” e “violenta” per i toni usati sia in Parlamento che fuori.


Difatti, numerose sono le segnalazioni di forti pressioni esercitate sui  dipendenti di farmacia privata perché sottoscrivano la petizione contro la liberalizzazione del settore promossa dai titolari di farmacia. Con la “velata” minaccia di licenziare 18.000 farmacisti non si ricatta solo la politica, ma anche tutta la società civile.

Le forze politiche devono decidersi ad abbandonare il sostegno a lobby e corporazioni o perderanno definitivamente quello della società civile.

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