08 novembre 2011
Menarini: la procura di Firenze chiude le indagini preliminari
Ipotizzato danno per lo Stato per 850 mnl di euro
(Reuters) - La procura di Firenze ha chiuso le indagini preliminari a carico del gruppo farmaceutico Menarini, accusato di avere truffato il sistema sanitario nazionale provocando, dal 1984, un danno di circa 850 milioni di euro. Lo riferiscono fonti legali.
La procura fiorentina ha notificato l'avviso di chiusura indagini a 15 indagati, fra cui il patron della Menarini Alberto Aleotti, i figli Lucia e Giovanni e il senatore del Pdl Cesare Cursi.
Secondo gli inquirenti - riferisce uno dei legali dell'azienda, Alessandro Traversi - Aleotti avrebbe gonfiato il prezzo dei farmaci procurandosi un ingiusto profitto per 575 milioni di euro.
Agli indagati gli inquirenti contestano a vario titolo anche i reati di riciclaggio e corruzione, mentre "sono venute meno l'ipotesi del reato associativo e la responsabilità amministrativa degli enti, che era stata già stralciata", spiega Traversi.
Per l'altro difensore di Menarini, Roberto Cordeiro Guerra, la chiusura delle indagini "segna l'abbandono di accuse, come l'illecita importazione di prodotti dalla Cina, rispetto alle quali è emersa l'assoluta correttezza di Menarini", si legge in una nota. "…l'accusa di una truffa durata vent'anni e protrattasi fino ad oggi è, oltre che infondata, normativamente insostenibile".
Secondo la procura, Menarini iniziò nel 1984 a fare uso di fatture false tramite società off shore per far risultare fittiziamente più alti i prezzi dei principi attivi, "con conseguente indizione in errore del sistema nazionale e conseguente illecito profitto continuato e prolungato".
(Giornalettismo.com) Gli altri reati contestati, a vario titolo, sono la truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale. Secondo la ricostruzione dei pm Luca Turco, Giuseppina Mione, Ettore Squillace Greco, e dei carabinieri del nas di Firenze, la Menarini acquistava i principi attivi dalle multinazionali utilizzando societa’ estere fittizie che, grazie a una serie di sovrafatturazioni, facevano lievitare i prezzi. Tutto cio’ ‘induceva in errore’ il Comitato interministeriale incaricato di indicare il costo dei farmaci, che avrebbe ‘stabilito un prezzo di vendita piu’ alto rispetto a quello che sarebbe stato determinato se fosse stato dichiarato il costo effettivo dei principi attivi, prezzo che poi il Sistema sanitario nazionale, nell’ambito del rapporto convenzionale con i farmacisti, provvedeva a rimborsare’.
Gli investigatori hanno anche seguito le tracce del danaro, contestando il reato di riciclaggio ai figli di patron Aleotti e ad alcuni loro collaboratori: sia i 575 milioni ‘provenienti dal delitto di truffa continuata’ sia ‘circa 600 milioni provenienti da reiterati delitti di frode fiscale’ sarebbero stati trasferiti grazie a ’900 conti correnti bancari aperti in paesi esteri e riferibili a circa 130 societa’ (la gran parte delle quali di diritto panamense)’. In cambio di un contratto da 164 mila euro con la societa’ editrice della moglie, il senatore Cursi, presidente della Commissione permanente industria e commercio, su richiesta di Alberto Aleotti e della figlia Lucia, si sarebbe attivato per far approvare in Parlamento norme a favore dei farmaci brevettati e a scapito dei generici. A Cursi la procura contesta anche di essere intervenuto ‘nell’interesse degli Aleotti, presso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, quest’ultimo direttamente contattato dagli stessi Aleotti tramite la defunta Maria Girani Angiolillo.
Per la Procura, fa sapere l’avvocato Alessandro Traversi, legale del gruppo farmaceutico, è venuta meno la contestazione di reato associativo. Il professor Roberto Cordeiro Guerra, uno dei legali della Menarini, replica in una nota che, per quanto riguarda l’ipotesi di truffa sul prezzo dei farmaci, “si basa su una rilettura di un vecchio processo conclusosi negli anni 90 e relativo a fatti risalenti agli anni 80: li’ l’accusa era di aver corrotto Poggiolini ed altri membri del Comitato Prezzi del Ministero della Sanita’; adesso si ipotizza che quegli stessi funzionari sarebbero stati inconsapevoli e ingannati circa il prezzo delle materie prime. In realta’ a partire dal 1994 il prezzo di tutti i farmaci in commercio e’ stato integralmente rivisto e rideterminato sulla base di parametri oggettivi come il prezzo medio europeo e l’efficacia terapeutica, sicche’ -conclude la nota- l’accusa di una truffa durata vent’anni e protrattasi fino ad oggi e’, oltre che infondata, normativamente insostenibile’.