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04 settembre 2011

Commissione Bilancio: respinti emendamenti all'articolo 3 e 6

Approvato emendamento Battaglia

La Commissione Bilancio del Senato nella seduta pomeridiana di sabato ha respinto gli emendamenti all'articolo 3 che si ripromettevano di liberalizzare i farmaci con obbligo di ricetta medica non a carico del S.S.N. Questo è il parere della Commissione, è chiaro che gli stessi emendamenti verranno riproposti in aula e l'esito non è scontato.

Qundi parere negativo all'emendamento collegiale del PD (primo firmatario Bubbico) a quello dell'Idv (primo firmatario Belisario) e a quello molto articolato di Cardiello (Pdl). Tutti emendamenti orientati per l'apertura del mercato del farmaco. L'emendamento Picone (pdl) che si riprometteva di trasformare le parafarmacie in farmacie dietro pagamento una tantum è stato anch'esso respinto nella seduta domenicale.

Il nostro giudizio su questo articolo è stato riassunto da un comunicato emesso sabato mattina.

Nel frattempo la Commissione BIlancio ha approvato l'emendamento 3.32 testo 2 che aggiunge una piccola postilòa  "di salvaguardia"  per le farmacie sicuramente "frutto" della competenza del senatore Battaglia Antonio da Termine Imerese che nella scheda si definisce Avvocato Cassazionista, naturalmente Pdl. Tale emendamento all'articolo 3 vuole non lasciare dubbi sul fatto che le farmacie sono fuori da qualsiasi forma di liberalizzazione e quando enuncia al comma 5 subcomma a) che l'esercizio della professione è libera salvo alcuni casi d'interesse pubblico aggiunge anche a quelli di tutela della sanità pubblica.

Tutto ciò perchè nei giorni scorsi qualcuno aveva messo in dubbio la forza della locuzione "d'interesse pubblico" essendo le farmacie imprese a tutti gli effetti. Così per non correre rischi "gli amici degli amici" hanno provveduto a chiudere tutti i varchi ancora aperti.

Questo quanto aggiunto:

a) l’accesso alla professione è libero e il suo esercizio è fondato e ordinato sull’autonomia e sull’indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica, del professionista. La limitazione, in forza di una disposizione di legge, del numero di persone che sono titolate ad esercitare una certa professione in tutto il territorio dello Stato o in una certa area geografica, è consentita unicamente laddove essa risponda a ragioni di interesse pubblico tra cui in particolare quelle connesse alla tutela della salute umana e non introduca una discriminazione diretta o indiretta basata sulla nazionalità o, in caso di esercizio dell’attività in forma societaria, della sede legale della società professionale.

E' palese che tutto l'articolo 3 perde di consistenza e l'annunciato programma di liberalizzazioni va in fumo. Se qualcuno nutriva ancora dubbi è presto servito sulla natura e volontà del Governo di non toccare le caste e i monopoli che rispondono a precisi interessi elettorali.

Vedremo quando arriveremo in aula, non si possono comunque nutrire grandi illusioni, ma sorge spontaneo domandare ai titolari di farmacia: per quanto ancora riuscirete ad allontanare ciò che è ineludibile, per quanto ancora riuscirete a proteggere un monopolio ingiustificabile? Due mesi, 6 mesi, un anno? Il matrimonio politico consumato sta per esaurirsi e in giro non ci sembra esserci un consenso da riconferma.

Ai colleghi che amano la libertà, odiano le scorciatoie o i mercimoni con il potere diciamo di mantenere la calma, forse la prossima volta sarà necessario puntare più in alto e a qualcosa che recida definitivamente questo nefasto cordone di protezione monopolista.

Il Paese è alle corde, questi giochetti hanno ormai il fiato corto, cortissimo…

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