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26 agosto 2011

Antitrust: via le ambiguità  dalle liberalizzazioni

Segnalazione dell’AutoritĂ  sulla manovra economica

Quest'oggi l'Autorità Garante della Concorrenza ha inviato al Parlamento le proprie osservazioni circa la manovra economica bis e in particolare sugli articoli riguardanti le liberalizzazioni con  suggerimenti finalizzati a dare sostanza ed efficacia alle misure.

La segnalazione, annunciata da un comunicato stampa, è stata affiancata da una intervista del Presidente Antonio Catricalà al Sole 24ore (articolo di Laura Cavestri). Di seguito il contenuto dell'Intervista.

Presidente Catricalà, che valutazione dà del provvedimento?
Complessivamente positiva. Proprio il tema delle liberalizzazioni, negli ultimi anni, aveva subito uno stop. E diamo atto al Governo che la manovra contiene il giusto respiro. Il riferimento all'articolo 41, alle libertà economiche e al principio che sul mercato tutto ciò che non è vietato deve essere consentito avrà effetti anche sui settori maggiormente regolamentati.


 Ma c'è sempre la presunta salvaguardia dell'«interesse pubblico»...
Che deve essere reale e non una scusa per posizioni corporative. In Parlamento, sinora, hanno premuto disegni di legge, ad esempio quello sull'ordinamento forense o sulla revisione delle parafarmacie, con forti connotati anticoncorrenziali. Io credo che la manovra porrà un freno a certe istanze o costringerà ad abbandonarle.


Cosa segnalerete al Parlamento?
Consegneremo il testo oggi. I punti riguardano, tra gli altri, le professioni e i servizi pubblici locali. Va rivista la disposizione sulle tariffe, perché il continuo riferimento al tariffario come "parametro" sembra legittimare il conformarsi ai minimi stabiliti e avallare un'intesa "informale" a tenersi al di sopra delle soglie. Può essere letta come una moral suasion a non derogare. Poi vanno abbreviati i tempi dei tirocini. La norma prevede non più di 3 anni. Ma la maggioranza degli ordini non più di due. La manovra sembra "autorizzare" tempi più lunghi. Perché invece non integrare l'esame di Stato e quello di laurea? Con commissioni miste di docenti e professionisti e un tirocinio teorico/pratico svolto negli anni di università e magari esteso anche a periodi di attività, ad esempio, in tribunale. Insomma, serve più coraggio.


Abolire gli Ordini o l'esame di Stato fa aumentare il Pil?
No. Ma entrare nel mercato del lavoro 2-3 anni prima sì. Anticipare la percezione di un reddito e la possibilità di consumare aumenta la domanda. Diminuire il costo delle prestazioni, libera risorse per famiglie e imprese. Ciò vale anche per assicurazioni, trasporti, energia. Le parafarmacie non hanno "ammazzato" i redditi dei farmacisti. E la concorrenza nella telefonia ha fatto bene all'ex monopolista pubblico. Sul medio periodo, quando cresce la concorrenza, cresce anche la torta.


La manovra, però, non contempla le società professionali, una misura di reale sostegno alla competitività.
Infatti, non se ne parla neppure nella nostra segnalazione. Però, il decreto Bersani, nel 2006, ha già stabilito che non vi sono ostacoli all'esercizio in forma societaria. Ma non c'è stata la corsa ad aggregarsi perché i professionisti vivono ancora con un certo pregiudizio un'organizzazione diversa da quella del tradizionale studio. La manovra incoraggia la libertà d'impresa. In realtà, se un avvocato e un commercialista volessero costituirsi in srl, potrebbero perfettamente farlo. Credo che il giudice darebbe loro ragione.


Sui servizi pubblici locali c'è invece un doppio binario in base alla rilevanza economica, che ne pensa?
Apprezziamo il percorso riformatore. La liberalizzazione crea molte aspettative. Tuttavia, siamo perplessi sull'utilizzo della procedura in house per servizi di valore pari o minori a 900mila euro. Una soglia che non è proprio un de minimis e che potrebbe anche essere inferiore.

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