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01 luglio 2011

Manovra economica: zero assoluto in liberalizzazioni e sviluppo

Stralciati gli articoli sulle liberalizzazioni

I provvedimenti del governo per risanare i conti pubblici e raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014 non avranno alcun effetto per la crescita e lo sviluppo del Paese. A fronte di uno sforzo economico durissimo per il 2013 e il 2014 non c’è alcuna traccia di politiche atte a stimolare lo sviluppo, liberare i mercati e dare nuova linfa all’economia.

Anche il capitolo dedicato alle professioni, ora stralciata dalla manovra, con i continui richiami ai principi di libertà d’impresa rischiano di rappresentare l’emblema di un “fallimento” ideologico rispetto ai continui riferimenti alle politiche liberali.

Nessuna misura in favore dei consumatori tranne alcuni palliativi, niente per i giovani, lo zero assoluto per favorire la libertà d’impresa.

A niente valgono i rifermenti al libero accesso alle attività professionali quando questi sono poi contraddetti dai “salvacondotti” riservati alle professioni che maggiormente rappresentano corporativismo e monopoli.

Noi stessi, nei giorni scorsi, avevamo suggerito di liberalizzare i farmaci con obbligo di ricetta (fascia C) per creare occupazione, nuova imprenditorialità e risparmi per i cittadini per 700 milioni di euro, ma niente, i legami elettorali con lobby e corporazioni sono troppo forti anche rispetto a provvedimenti che avrebbero un costo pari a zero per lo Stato.

Del resto questi legami sono messi “nero su bianco” proprio nel capitolo dedicato a “liberalizzazioni e sviluppo” presenti nella bozza. Le corporazioni “salvate” con i testa quella dei farmacisti titolari di farmacia sono gli elettori di riferimento da tutelare.

Diversamente non poteva andare dopo che dall’inizio della legislatura ad oggi si è tentato in tutti i modi di cancellare le liberalizzazioni che avevano avuto maggiore successo come quella sulle parafarmacie. Rimangono quindi inascoltati i richiami del Fmi, dell’Ocse, della Banca d’Italia e dell’Antitrust.

Quella del governo è una manovra che in assenza di sviluppo rischia di consegnare un Paese in “coma economico” inesorabilmente avviato al declino ed a cui serviranno molti anni prima di riuscire ad alzare nuovamente la testa. A questo declino la società civile deve opporsi con tutte le proprie forze, a cominciare proprio da quei professionisti che, iscritti obbligatoriamente agli ordini, continuano generazione dopo generazione ad essere “sospesi” proprio rispetto al principio della libertà d’impresa.
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti si augura che nel dibattito parlamentare i temi legati alla rimozione delle rendite di posizione per dare più competitività all’Italia riescano a trovare il favore di tutte le forze politiche.

 

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