16 aprile 2014
Il venditore di medicine di Antonio Morabito
Non tutti gli informatori sono così, ma molti, troppi, vorrebbero che così si comportassero (n.d.r.)
DAL 29 APRILE AL CINEMA
Bruno (Claudio Santamaria) ha quasi quarant’anni e fa l'informatore medico. La sua azienda è in crisi. Si prevedono tagli al personale. I venditori di medicine saranno messi sotto stretto controllo per valutare le loro performance e decidere chi resterà e chi verrà licenziato.
Ufficialmente Bruno dovrebbe far visita ai medici, presentare loro le ultime novità in fatto di ricerca farmaceutica, capire con loro l’effetto dei farmaci sui pazienti. Ma le cose si svolgono in modo diverso. In cambio della prescrizione del proprio farmaco, Bruno offre ai dottori i regali più svariati: da un professionalissimo stetoscopio a un finto convegno in località esotica, da un computer palmare a un’auto di grossa cilindrata. E non solo. Titoli di studio comprati, droga, sesso a pagamento. L’azienda di Bruno, come tante altre case farmaceutiche, pratica il comparaggio.
Una volta a casa, Bruno indossa i panni decorosi di un normalissimo professionista che ha terminato la sua giornata di lavoro. Sua moglie, Anna (Evita Ciri) , una professoressa di liceo, non sa niente dei traffici illegali del marito, né delle pressioni che sta subendo dall’azienda a causa della crisi. Bruno è stimatissimo da lei, dai suoceri, dagli amici. Si è abituato ad un certo tenore di vita, al quale non vuole rinunciare.
La situazione al lavoro precipita. Bruno non ha più lo smalto di un tempo, sta perdendo il controllo sui suoi medici. Lo scontro con un dottore etico gli arreca una sconfitta senza precedenti. Ormai, per non essere licenziato, non gli resta che tentare un colpo veramente rischioso: corrompere un primario di oncologia, il Prof. Malinverni (Marco Travaglio), così da poter far entrare nell’ospedale il farmaco chemioterapico dell’azienda. Ma il medico sembra inespugnabile.
E se al lavoro le cose vanno male, non tardano ad arrivare altri eventi che lo stringono in una morsa sempre più serrata. Anna vuole un figlio, prima che per lei sia troppo tardi. Ma la dimensione asfissiante in cui vive Bruno non permette niente di simile, non in questo momento di pressione almeno. È così Bruno arriverà a commettere un’azione impensabile.
La sola nota dissonante nel folle comportamento di Bruno è legata all’incontro fortuito con un suo vecchio amico che non vedeva da anni, ridotto molto male in seguito a degli esperimenti farmaceutici cui si è prestato in cambio di lauti compensi. Bruno, di fronte a lui, si vergogna del suo lavoro, e fa di tutto per procurargli un farmaco introvabile che forse può curarlo.
Ma la spirale intorno a lui non si farà meno inarrestabile, portandolo a una desolata, paradossale consapevolezza. Bruno si renderà conto che, pur avendo vinto, ha probabilmente perso troppo.