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18 gennaio 2012

Appello alla libertà d'esercizio della professione di farmacista

Il Dr. Attilio Virgilio del MNLF/FEF del Friuli Venezia Giulia ha scritto al Presidente del Consiglio Mario Monti. In questi giorni abbiamo ricevuto molte lettere, tra queste abbiamo scelto questa perchè meglio fra tutte esprime il nostro pensiero, il nostro sentire, le nostre emozioni. Mentre le scelte sembrano già fatte è bene che tutti sappiano che queste idee, rimarranno e sempre ritorneranno.

Pochi giorni fa proprio a Bruxelles il Presidente della Commissione Europea Josè Barroso ha dichiarato, in occasione di un incontro istituzionale, che "l'Europa non ha motivo di compiacersi" in materia di diritti e democrazia, perchè "davvero niente oggi può più essere dato per scontato". "I diritti umani, la democrazia e il secolarismo non possono essere messi in piedi in una notte, per questo anche noi tutti, ogni giorno individualmente e collettivamente, dobbiamo rimettere il nostro lavoro sulla strada giusta" ha sottolineato anche il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, completando l'intervento ricordando che " serve solidarietà non solo all'esterno ma anche all'interno della stessa Ue", dove "tutti gli Stati membri devono sentirsi responsabili per gli altri e per l'intera Unione Europea".
E' altresì emerso che la nostra Europa non può essere solo uno spazio economico ma deve sempre più consolidarsi come spazio valoriale. Non ci può essere sviluppo senza progresso nelle scienze, nelle arti, nella cultura, nella ricerca e nelle singole professioni se non vengono rese libere di essere esercitate e sviluppate nel rispetto della dignità per ognuna di esse. In momenti di crisi come questo la nostra tradizione mediterranea ci ricorda che la vera umanità ha il volto dell'amico, del philos, ed invita a dimettere ogni contesa.


Non è più tempo delle sole parole ma i tempi duri e le grandi questioni richiedono risposte serie e modelli da perseguire.


E' proprio in un tale contesto, Illustre Primo Ministro Monti, che Le sviluppo le perplessità in merito al "dietro-front" che si è attuato con la manovra "SALVA ITALIA" e che, secondo quanto indicato nella bozza "CRESCI ITALIA" state rifacendo in merito alla liberalizzazione della professione di farmacista e dunque con essa alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C fuori dal canale farmacia. Parlare di diritto alla libertà di esercizio professionale equivale a parlare anche di diritto alla felicità ovvero della responsabilità dell'uomo, e della civiltà, di fronte a qualsiasi negazione in tal senso.
La ricerca del bene non è infatti un tema pubblicitario di marketing ma un compito anche Istituzionale, se necessario. La costruzione di una società giusta, democratica, civile, rispettosa delle diversità ed allo stesso tempo sicura per tutti sembra quindi un passo cruciale per costruire il diritto alla felicità che, anche quando sembra essere egoisticamente soddisfatto, non lascia mai del tutto serena la coscienza di chi ha occhi per vedere l'ingiusta sofferenza altrui.
Una società incapace di generare una cultura del rispetto e della tolleranza, ma anche tale da inibire il quanto mai necessario accesso alla professione, soprattutto per le categorie ed per i soggetti più "deboli" e politicamente meno “influenti“, si incammina su una strada certamente lontana dall'ideale di felicità, di giustizia e di equilibrio sociale o come Lei forse intende di equità.
Sembrerebbe quasi una provocazione questo genere di riflessione in un momento di così grande ansia ed angoscia per il futuro proiettato verso uno scenario economico-politico quanto mai complesso e difficile, invece la prospettiva della felicità, e quindi della libertà, diventa proprio uno di quei temi essenziali che non si dovrebbe mai lasciar soffocare dal dolore e dagli egoismi proprio perchè è necessario che i momenti difficili che sono venuti e che verranno ancora possano essere affrontati con l'animo amorevole di chi vive per costruire e per sanare e non con il fine limitato e mortificante di colui che cerca solo di vendicare un torto subito o erroneamente presunto tale (ogni riferimento, ad autorevoli colleghi e non, è puramente casuale…).
Il bene e l'armonia tra gli uomini non sono certamente un frutto spontaneo che cade dall'albero della vita ma richiedono uno sforzo ed una applicazione etica e culturale, per non parlare di quella spirituale, continua che porti ad una vera educazione al rispetto reciproco, al riconoscimento della necessità della comunicazione, del dialogo e del confronto. Una educazione che porti alla libertà di uno spazio di incontro tra le varie parti di una stessa categoria professionale, in questo caso quella dei farmacisti ma non solo. Come mai si potrebbe pensare di operare per il bene, la giustizia e l'armonia se esse non fossero già radicate nel nostro "io" e non fossero una guida al nostro modo di pensare ed agire? Due sono le vie da intraprendere per tale fine: la via "educativa" che porta alla pratica dell’educarsi al confronto, e la via del "dialogo", senza il quale non si può che rimanere arroccati nella fortezza o nel feudo dei propri limitati interessi rimanendo al di là delle barricate, col rischio inevitabile che il proprio simile appaia lontano e, se non di rado, visto quasi come un ostacolo o addirittura un avversario da allontanare e neutralizzare.
Purtroppo questa è la situazione nella quale versa la nostra categoria professionale, a mio anche se non unico modesto parere, ed è proprio per questo che stiamo chiedendo di poterci esprimere professionalmente nel "pieno" delle nostre possibilità e responsabilità con la distribuzione, presso le parafarmacie ed esercizi farmaceutici nei quali lavorano pur sempre
dei farmacisti abilitati alla professione, di medicinali su prescrizione medica di fascia C a totale carico dei cittadini. Farmaci questi che proprio perchè esitabili SOLO previa prescrizione del medico non creerebbero alcun rischio di abuso del farmaco da parte del paziente, come paventato da qualcuno, bensì potenzierebbero la capillarità del servizio che, seppur non in convenzione, garantirebbe ugualmente una tutela per la salute dei cittadini, proprio perchè rimane sempre predominante la supervisione del farmacista.

La situazione attuale sociale, dove profonde ingiustizie portano a sostenere separazioni nette all'interno delle stesse categorie professionali spingendo l'uomo più "potente" ed "influente" verso l'egoismo facendogli credere che il proprio interesse non solo sia primario bensì sia al di sopra di quello dei propri simili, è a dir poco preoccupante e sembra che in un continuo crescendo, gli egoismi, le frustrazioni, le ripicche, i conflitti e l'intolleranza prendano il sopravvento senza permettere di intravedere uno spiraglio che ci possa tendere la mano e poterci far proseguire lungo il nostro cammino, anche se ognuno per la propria strada, ma senza ostacolarne quello altrui.
Occorre comprendere a fondo tali motivazioni, Illustre Primo Ministro, e rimuovere le cause che portano a questo stato d'essere delle cose, per poter così promuovere lo sviluppo economico e sociale di questa nostra nazione, dopo avere dato la giusta dignità ad ogni singolo protagonista senza distinzione alcuna di ricchezza o di potere.
Vero esempio e timone per la navigazione di questa tanto straziata e straziante liberalizzazione della professione di farmacista e quindi, con essa, anche del farmaco, potranno dunque essere le autorevoli e democratiche indicazioni a Voi fornite dall' attuale Presidenza dell'Antitrust, se sarete così capaci di ascoltarle e così coraggiosi anche nel metterle in pratica, come del resto ha dovuto e dovrà essere coraggioso tutto il popolo italiano per i prossimi anni futuri. Indicazioni e suggerimenti in linea con quelle che aveva fino a poco tempo fa richiesto nelle stesse vesti al precedente Governo anche l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Catricalà, e che tra l'altro prevedono che la distribuzione del farmaco possa avvenire con modalità seguenti: abbassamento del quorum o ridefinizione di un numero minimo di abitanti, e non massimo, per farmacia convenzionata in modo da garantire tale presenza anche dove finora non c'è servizio e la possibilità di rendere più efficace ed efficiente tale servizio anche con le parafarmacie od esercizi farmaceutici non convenzionati potendo in essi dispensare TUTTA la categoria di farmaci di fascia C a totale carico dei cittadini. Il tutto evitando il rischio che vi possa essere abuso nell'utilizzo del farmaco grazie alla presenza costante all'atto della dispensazione della figura professionale del farmacista, quale indispensabile garante della salute del cittadino.
Così facendo si crea sviluppo in modo etico e professionale senza fare erigere barricate all'interno di una stessa categoria offrendo così alla collettività il sacrosanto diritto di essere sempre tutelata.
Illustre Primo Ministro Monti, illustri Ministri tutti, abbiate veramente coraggio anche Voi nel perseguire coi Vostri lavori nella direzione di una vera equità e di una vera meritocrazia professionale lasciando da parte tutte le presunte o vere minacce di qualsivoglia sciopero o del rischio di far trovare le serrande abbassate.
Date l'esempio, Voi che potete in quanto Governo "tecnico" e non politico, se non si è capito male nelle recenti interviste rilasciate da Voi in più occasioni.

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