30 novembre 2023
Parafarmacie e Telemedicina le tesi forzate non condivise dall’UE
Al fine di confutare alcune tesi date come certezze, ma che certezze non sono
a) non corrisponde al vero che i nuovi servizi sono riservati alle farmacie in virtù "del più esteso regime di obblighi, e di conseguenti garanzie per la salute dei cittadini, che gravano sulle stesse e che vanno ben oltre la mera presenza di un farmacista” , questa è un semplice parere e considerazione non supportata da alcuna affermazione sia legislativa che giurispudenziale. Legislativa perchè in nessuna legge è fatto esplicito riferimento alle parafarmacie per escluderle dall'esecuzione dei servizi di telemedicina. Giurisprudenziale perché tutti i riferimenti portati ad esempio nello stesso articolo si riferiscono a pronunciamenti (alcuni non ancora conclusi) su oggetti del contendere diversi da quelli della telemedicina.
b) per l'UE La telemedicina è sia un servizio sanitario che un servizio della società dell'informazione(come definito nella direttiva 98/34/CE). Come tale, rientra nell'ambito del trattato CE (articolo 49) e del diritto derivato vigente nell'UE, in particolare della direttiva 2000/31/CE, citata come la "direttiva sul commercio elettronico". La Corte di giustizia europea ha sancito che né la natura particolare dei servizi sanitari, né il modo in cui sono organizzati o finanziati li esclude dall'ambito del principio fondamentale della libertà di circolazione.
c) nel piano d'azione «Sanità elettronica» 2012-2020 - Risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sul piano d'azione «Sanità elettronica» 2012-2020 — "Una sanità innovativa per il 21esimo secolo (2013/2061(INI)") (2016/C 482/03); si dice in maniera esplicita che le applicazioni di sanità elettronica devono essere accessibili a tutti e che, nello sviluppo di qualsiasi prodotto o applicazione software, l'accessibilità dovrebbe essere una condizione imperativa al fine di prevenire qualunque disparità in tal senso" e" raccomanda di adottare i provvedimenti necessari per colmare il divario digitale tra le diverse regioni degli Stati membri e di assicurare che la possibilità di accedere ai servizi di sanità elettronica e di utilizzarli non dia origine a disparità sul piano sociale o territoriale ma comporti piuttosto un beneficio per tutti i cittadini dell'UE senza distinzioni, raggiungendo i pazienti che non hanno familiarità con le TIC e quelli che altrimenti rimarrebbero esclusi dai sistemi sanitari nazionali o comunque non riceverebbero un servizio adeguato"
d) al punto 46) si "sottolinea la necessità di trasparenza e concorrenza in relazione allo sviluppo di strumenti TIC da parte delle PMI ai fini dell'accessibilità economica degli strumenti di sanità elettronica"
e) nel "Parere del Comitato delle regioni — Servizi sanitari mobili (2015/C 019/17)" si dice in maniera chiara ed esplicita che "i servizi sanitari mobili costituiscono un fattore chiave negli sforzi intesi a rafforzare la posizione dei cittadini e a offrire loro migliori possibilità di controllare la loro salute." Inoltre, alo punto 13 afferma che " è del parere che lo sviluppo dei servizi sanitari mobili possa apportare un contributo positivo allo sviluppo dell’imprenditorialità e alla crescita dell’occupazione nelle regioni, contribuendo anche allo sviluppo di servizi che possono essere prestati a livello sia nazionale che internazionale."
f) nella Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 marzo 2011 sulla riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE (2010/2089(INI))2012/C 199 E/04) al punto 75) il Parlamento Europeo "sostiene che mercati aperti, competitivi e correttamente funzionanti possono stimolare l'innovazione, gli investimenti e la ricerca nel settore sanitario e riconosce che a ciò deve accompagnarsi un forte sostegno finanziario della ricerca pubblica al fine di continuare a sviluppare modelli sanitari sostenibili ed efficaci e di promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie e le relative applicazioni nel settore in questione (ad esempio la telemedicina), nonché una metodologia comune per la valutazione della tecnologia sanitaria – elementi che nella loro totalità dovrebbero avvantaggiare ogni individuo, anche quelli di estrazione socioeconomica più bassa –, tenendo anche conto dell'invecchiamento della popolazione".
Quindi, come appare palese, solo in Italia, per fini non sanitari, si vuole restringere l'offerta di questi servizi, quando a parità di dotazioni tecniche e locali adeguati, sarebbe più vantaggioso per i cittadini avere a disposizione un numero maggiore di "siti" ove sviluppare questi servizi, anche da un punto di vista dei costi degli stessi. Il fine di restringere l'offerta, è strumentale a riservare l'esecuzione di questi esami di telemedicina per fini puramente economici e nulla c'entrano motivi sanitari di qualsiasi tipo.
Ancora una volta l'allergia alla concorrenza affiora, sebbene il buon senso, disponga il contrario.