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06 dicembre 2010

La disinformazione in 10 lezioni

Manuale pratico edito dalla Pravda

Uccidere un uomo è cosa da poco, uccidere un'opinione produce effetti più duraturi.

Questa frase è scritta nel libro di Bruno Ballardini " La disinformazione in 10 lezioni" (dal "Manuale di disinformazione", Ed. Castelvecchi 1995).

Anche la Pravda (Пра́вда, in italiano "Verità"!!!) utilizzava metodiche di disinformazione durante il regime sovietico.

Accade nel fortino assediato che la sensazione di accerchiamento stia crescendo di giorno in giorno, malgrado le ricerche commissionate, i politici assoldati, gli uomini nei posti giusti con le leve di potere giuste in mano non si riesce a cancellare il "vulnus" al privilegio: niente Gasparri/Tomassini, niente fallimenti in massa delle parafarmacie, niente cancellazione del decreto Bersani.

Lo aveva giurato sin dal suo insediamento, tutto deve tornare come prima. Tutto. "Ghe pensi mi"

E invece niente, il numero delle parafarmacie cresce come il loro fatturato e poi tutti che ritornano a chiedere i farmaci di fascia C fuori dalle farmacie: Antitrust, Associazioni dei consumatori, Associazioni delle parafarmacie, centri di ricerca e quella lancia nel costato del corpo ordinistico che si chiama MNLF.

Bisogna cambiare strategia, bisogna deligittimare e se occorre giocare sporco.

Ecco allora l'idea: riesumare le "mummie" congelate e farle tornare a parlare, dare loro un megafono per amplificare la loro scarsa rappresentanza.

19 sigle virtuali, silenti da tempo, si uniscono adottando una nuova sigla e malgrado solo in 5 decidano devono diventare la voce dei non titolari, anzi li debbono rappresentare tutti. Sono gli ascari che mancano al "dominus", non importa il loro numero, non importa quanti rappresentano, hanno una sigla che si definisce nazionale e questo basta. Loro debbono essere al nostro fianco contro le liberalizzazioni.

La schiavitù più che un sopruso del padrone è una viltà del servo…

Il lavoro non pecca di errori e qualcuno smentisce (vedi Fiafant), ma poco importa ciò che rimane è quello che appare (la Pravda), se poi le dichiarazioni sono travisate, distorte, manipolate, strumentalizzate, nessuno se ne accorgerà, nessuno verificherà.

Il gioco però sta per finire.

L'idea, questa idea, la nostra idea di libero esercizio professionale, non verrà scalfita da questi sistemi e se non avete il coraggio di affrontare con le idee altre idee, allora fatevi da parte non siete degni nemmeno di confutarle, non siete degni del ruolo che ricoprite.

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