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24 novembre 2010

Settecento milioni di risparmio annuo con i farmaci di fascia C nelle parafarmacie

Il MNLF risponde a Federfarma

Un articolo del Sole 24ore interpella la Federdistributori che si dice favorevole alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Federfarrma interviene facendo le seguenti dichiarazioni: le parafarmacie “sono state aperti al 90% da operatori economici nelle zone commercialmente più redditizie, unicamente con finalità di profitto, con una semplice comunicazione unilaterale al ministero della Salute, senza tenere alcun conto delle esigenze sanitarie degli abitanti.

E ancora: Non ci sarebbe alcun vantaggio, in quanto l’unico risultato sarebbe una caduta verticale dell’efficienza e della capillarità del servizio farmaceutico”. Le parafarmacie “sono state aperti al 90% da operatori economici nelle zone commercialmente più redditizie, unicamente con finalità di profitto, con una semplice comunicazione unilaterale al ministero della Salute, senza tenere alcun conto delle esigenze sanitarie degli abitanti.

Il MNLF dopo un duro intervento della Federazione Esercizi Farnaceutici risponde a Federfarma.

Nel 2009 il risparmio di spesa generato dagli sconti delle parafarmacie è stato pari a 24 milioni di euro su un totale di spesa di 2,2 miliardi (Antitrust).
Se fosse concessa la facoltà a questi esercizi di dispensare anche i farmaci di fascia C, quelli con obbligo di prescrizione, il risparmio raggiungerebbe i 700 milioni di euro annui.

Questa la risposta che il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti affida ad una nota per controbattere quanto dichiarato da  Federfarma secondo cui non vi sarebbe alcun vantaggio per i cittadini con la liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta medica.

Lo stesso Movimento rimanda poi al mittente le accuse dei titolari di farmacia per cui l’unico obiettivo degli esercizi nati dopo il decreto Bersani sarebbe quello del profitto: - dice il MNLF - nel quinquennio precedente al decreto i prezzi dei farmaci sono aumentati del 19%, mentre dal 2006 ad oggi i prezzi dei farmaci d’automedicazione sono aumentati in quattro anni solo del 3,4% (Altroconsumo) con un risparmio minore proprio nelle farmacie (Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione).

Il profitto -  spiega il MNLF  - è connaturato in qualsiasi attività economica ed è il motore che fa crescere l’economia, demonizzarlo è pura ipocrisia. Questo concetto  i titolari di farmacia lo conoscono perfettamente. Lo sanno talmente bene che si guardano dall’abbandonare il sistema protetto in cui operano.

E’ puro e semplice “populismo” - continua il MNLF - quello esercitato dal sindacato dei titolari di farmacia quando accusa le parafarmacie di aver aperto nelle zone commerciali più redditizie, questo accade tutti i giorni proprio con le farmacie che abbandonano i centri storici per spostarsi nei centri commerciali. Le parafarmacie in moltissimi casi hanno coperto i disservizi delle farmacie e per questo hanno il gradimento della maggioranza degli italiani.

I farmacisti che hanno scommesso sulle proprie capacità aprendo una parafarmacia dopo il decreto Bersani non hanno bisogno di sanatorie a cui hanno attinto in diverse occasioni molti titolari di farmacia grazie alla compiacenza della politica, questi professionisti vogliono molto più: semplicemente esercitare liberamente la propria professione.

 

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