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14 dicembre 2011

La mafia del collirio

Da un articolo di Silvana Scricci su Paper Blog

Non sappiamo quale professione svolge l'autrice di questo articolo, ma nella sua amarezza identifica meglio di altri la realtà. Stimolo e fonte di dibattito, sicuramente di una riflessione che come società e singoli cittadini dobbiamo fare tutti. Intanto continua la protesta dei Fax da inviare anche oggi e nel frattempo il tema delle liberalizzazioni mancate è sulle prime pagine di tutti i giornali.

LA MAFIA DEL COLLIRIO di Silvana Scricci pubblicato su Paper Blog

Noi non lo sapevamo nè l’avremmo mai supposto, ma il collirio è un farmaco pericolosissimo.

Deve essere questa, perchè altre non ne trovo, la ragione per cui un farmaco come il collirio non può essere venduto, come tutti i medicinali di fascia C, nelle parafarmacie e nei supermercati.

Certo i farmacisti (titolari n.d.r) l’hanno messa giù in un altro modo, se la sono smenata con il fatto che solo il professionista del farmaco può dare indicazioni sugli effetti collaterali o dire come, quando e, soprattutto, dove metterlo.

Evidentemente i farmacisti delle parafarmacie devono essersi laureati al CEPU o per corrispondenza per non riuscire a dare le stesse informazioni agli utenti.

Questa è la facciata professionale che si sono dati perchè ognuno di noi ha provato l’esperienza di recarsi in una farmacia chiedere, anche senza ricetta, un qualsiasi farmaco di qualsiasi fascia ed ottenerlo, basta pagare il prezzo per intero.

E non parlo solo di collirio, colluttorio o lavande, ma di antibiotici, di anti infiammatori anche pesanti tipo il Vioxx (che ha fatto più morti, in cinque anni, dello tsunami) e pure farmaci psicogeni senza uno straccio di ripensamento, di consiglio, di esistazione.


La verità non è la difesa della professionalità quanto piuttosto la difesa di interessi economici e di categoria, legittimi, per carità, senza, però, la pretesa di legittimarli con pretesti etici e deontologici.

Chi non ha problemi di ammantare la propria casta con scuse etiche e deontologiche sono i taxisti, loro te lo dicono chiaro e tondo che non gliene frega una minchia del libero mercato e dell’interesse degli utenti; che a loro interessa solo pagare l’eventuale licenza e guadanarci il più possibile .

Potrei continuare con i notai, i medici, i commercialisti, i dipendenti pubblici, i giornalisti, la camorra, la mafia, la ‘Ndrangheta perchè il bene comune è sì un bene, ma il bene singolo di ognuno di noi è un bene un po’ più bene.

Allora non stupiamoci, poi, più di tanto e non scandalizziamoci se i nostri politici cercano di tenersi stretti i loro privilegi e le loro prebende, non fanno altro che comportarsi come ognuno di noi; è da tempo che ho smesso di pensare che i cittadini sono meglio della classe politica che li rappresenta, sono esattamente lo specchio di ciò che siamo e se ce l’abbiamo tanto con loro è, spesso, perchè vorremmo che noi, la nostra piccola o grande casta, la nostra gilda avesse i loro stessi privilegi e a culo tutto il resto.
 

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