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17 ottobre 2011

I numeri sbagliati che danno le farmacie

Intervento su Affari e Finanza - Repubblica

Le lettere del presidente Federfarma Annarosa Racca e del presidente di Fofi Andrea Mandelli pubblicate la scorsa settimana su Affari & Finanza meritano un risposta. Gli emendamenti finalizzati a disapplicare lo svolgimento della (libera - n.d.r.) professione di farmacista e "suggeriti" da quella che giustamente viene definita la casta per eccellenza, i farmacisti titolari di farmacia, non sono per niente in linea con quanto sostenuto dalla Corte Costituzionale e tantomeno con la Corte di Giustizia Europea. Chi afferma il contrario mente sapendo di mentire.
La Corte Costituzionale è un organo costituzionale di garanzia e, come tale, non può esprimersi nel merito delle scelte di politica economica di Parlamento e Governo. Per la corte il profilo rilevante è quello della legittimità costituzionale. Allo stesso modo compito della Corte di Giustizia europea è accertare che non esistano punti di contrasto tra le legislazioni nazionali e il Trattato delle Comunità Europee. I due organi istituzionali non fanno apprezzamenti di sorta e difatti non li hanno fatti alla normativa che regola in maniera monopolista la distribuzione delle farmacie in Italia.
Spetta alla politica e non a tali organi fare le riforme, così come più volte hanno suggerito Antitrust e Commissione Europea per niente favorevoli all’attuale assetto normativo sulla distribuzione del farmaco.
E’ vero che esiste un po’ di confusione, come afferma Mandelli, tra ingresso nella professione e titolarità di una farmacia. Ma come verrebbe definito un sistema che dopo aver fatto studiare un medico e aver chiesto un periodo di tirocinio, gli dicesse: "Figliolo da ora in poi puoi fare il dipendente a vita, perché se anche hai delle capacità ti è negata la libera professione". Noi definiamo questo sistema monopolio, casta, corporazione.
Per quanto riguarda il fatto che il numero delle farmacie in Italia sia perfettamente in linea con la media UE, affermato da entrambi gli autori degli interventi, viene alla mente la poesia di Trilussa e su quanti hanno realmente mangiato polli. La Finlandia e la Svezia, tanto per fare due esempi, hanno il maggior numero di abitanti per farmacia, ma sia la Finlandia che la Svezia, scarsamente popolate, hanno una bassissima densità di popolazione per Km quadrato per il semplice fatto che una buona parte del territorio è disabitato (Finlandia 16 abitanti per Km2, Svezia 21 abitanti per Km2, Italia 199 abitanti per Km2). Vogliamo parlare poi di Estonia, Lettonia, Lituania e Irlanda?
A Milano nelle ore di punta c’è il 59,83% di popolazione in più rispetto ai residenti tra pendolari, studenti e non residenti, a Bologna il 68,9%, a Firenze il 65,54%, a Bari il 43,35% e così via.
Portare giustificazioni a difesa dei propri privilegi è comprensibile, ma pensare che tutti credano alle favole appare veramente troppo.
Il problema in realtà è quello che vuole fare la politica, se innescare processi virtuosi di crescita dell’economia ridistribuendo in maniera eguale opportunità, oppure continuare a difendere privilegi e monopoli e condannare il Paese ad un declino inesorabile.
Fabio Romiti V. Presidente Movimento Nazionale Liberi Farmacisti

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