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22 settembre 2011

Riforma del sistema farmaceutico: il teatro dell'assurdo

Tra paventate dimissioni e la paura di perdere

Si riaccendono i riflettori sul ddl 863 (Gasparri/Tomassini) dopo che si erano vissuti momenti di panico alla Camera dei Deputati con la quasi certezza di veder approvati gli emendment in favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C.

Cosa si fa quando la partita è difficile? Semplice non si gioca, si STRALCIA.

Poco importa se era quasi diventato "un disco rotto" quello dei servizi da portare in farmacia, il rischio era troppo grosso: perdere il monopolio.

Certo non è molto onorevole, forse poco democratico, ma quello che importa è il risultato, la discussione finalmente torna nella "calda ed accogliente" casa della XII Commissione Igiene e Sanità.

All'assurdo se ne aggiunge altro: D'Ambrosio Lettieri "piccato" per alcune critiche circa la sua V. Presidenza alla FOFI e il contemporaneo ruolo di relatore della riforma e la lontana, lontanissima possibilità di un conflitto d'interessi minaccia le dimissioni. Istantaneamente ritirate.

Il MNLF con ANPI e FEF denunciano questo grave vulnus all'espressione democratica in un momento in cui lobby e corporazioni andrebbero messe decisamente alla porta.

Ieri, mentre Standard & Poor’s declassava il rating dell’Italia e il Fondo Monetario Internazionale ci diceva che non riusciremmo ad ottenere il pareggio di bilancio senza riforme e liberalizzazioni, il Parlamento italiano era sotto scacco della lobby dei farmacisti titolari di farmacia.
Durante i lavori sul ddl 1447-A  "Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria" alla Camera dei Deputati, la lobby chiedeva ed otteneva lo stralcio dell’articolo 12 relativo ai servizi da erogare in farmacia.
Tale richiesta era motivata dal fatto che allo stesso articolo erano stati presentati a firma Miotto (Pd) e Costa (Pdl) due emendamenti che si proponevano di liberalizzare i farmaci di fascia C permettendo alle parafarmacie di vendere anche i medicinali con obbligo di ricetta ma non a carico del S.S.N.
Il timore che i due emendamenti fossero approvati ha indotto la corporazione a chiedere lo stralcio dell’intero articolo e il suo invio al Senato in Commissione Igiene e Sanità dove si discute del progetto di cancellazione delle stesse parafarmacie (Gasparri e Tomassini)
Il MNLF, L’ANPI e la FEF ritengono tale atto grave e  contrario agli interessi del Paese, rinunciare alla creazione di 3500/4500 nuove aziende, a 8/9000 nuovi posti di lavoro e a 4/600 milioni di euro di risparmio per i cittadini solo per tutelare gli interessi di alcuni, significa non aver compreso la gravità del momento.
Le liberalizzazioni sono l’unica manovra possibile per fare tornare a  crescere l’Italia , in caso contrario il Paese sarebbe destinato a seguire le orme della Grecia e la manovra economica appena approvata non sarebbe servita a nulla.

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