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25 febbraio 2011

Farmaci. Italia al 3° posto per produzione e addetti

Ddl Gasparri/Tomassini tentativo di tornare indietro

FONTE AGI

Bologna, nel settore farmaceutico i dati del 2009 vedono l'Italia al terzo posto in Europa per addetti (67.500) e per valore della produzione di medicinali (22,6 miliardi di euro). Mentre 9,3 miliardi e' il totale dell'esportazione di medicinali a fronte di 10 miliardi di importazioni.

Il punto sulla situazione farmaceutica in Italia sono stato al centro di un dibattito che si e' svolto ieri sera a Bologna nell'ambito del 'Festival Mainfutura' e che ha visto la partecipazione di Claudio De Vincenti, Sergio Dompe', Francesca Pasinelli, Paolo Colombo, Luciano Fecondini e Carlo Lusenti.

Claudio De Vincenti, professore di economia a La Sapienza, ha elencato i problemi del sistema italiano: governare la spesa ospedaliera e omogeneizzare i prontuari regionali a quello nazionale. "Siamo inoltre in ritardo nella diffusione dei farmaci generici i cui prezzi in Italia sono piu' elevati della media europea.

Per quanto riguarda la distribuzione dei farmaci, il decreto Bersani ha aperto alla concorrenza mentre il disegno di legge Tomassini-Gasparri e' un tentativo di tornare indietro. E i margini sono troppo alti per i farmacisti: piu' che l'industria e' la rete distributiva a trarre vantaggio dalla situazione attuale".

Sulla stessa linea Sergio Dompe', presidente di Farmindustria, che ravvisa la necessità' di un "quadro regolatorio piu' competitivo per rafforzare la leadership industriale. Il numero di grandi imprese farmaceutiche e' un decimo di quelle presenti in altri Paesi europei. E nonostante ciò', riescono a competere a livello internazionale. Bisogna considerarlo un patrimonio del sistema paese, non solo degli azionisti. La farmaceutica è la prima ad investire di piu' in economia della conoscenza. Con i farmaci biotecnologici, rappresentiamo quasi il 50% dell'export hi-tech italiano e non lo sa nessuno". La conferma dell'eccellenza italiana sul fronte della ricerca - specie nel caso delle malattie rare - e' arrivata al convegno di 'Manifutura' da Francesca Pasinelli, direttore generale Telethon, che con 323 milioni di euro investiti in ricerca, 2261 progetti di ricerca avviati e oltre mille ricercatori finanziati rappresenta un ottimo punto di osservazione.


"L'Italia - ha detto - ha la leadership mondiale nell'ambito della terapia genica. Una sorta di medicina personalizzata, che consente l'ingegnerizzazione delle cellule del paziente".
Telethon si e' posto il problema di come rendere fruibili questi risultati ai malati di domani. "Abbiamo stretto un accordo con Glaxo che e' una pietra miliare in questo settore - ha ricordato la Pasinelli - e' un investimento iniziale di 10 milioni di euro, ma il programma e' da 135 milioni di euro. Si tratta di un accordo non remunerativo ma che dimostra grande senso di responsabilità' da parte dell'azienda". Sempre nell'ambito della genomica, Paolo Colombo, presidente del centro di ricerca interuniversitario Tefarco Innova, ha illustrato i vantaggi della medicina personalizzata che si puo' definire come "il giusto trattamento, alla persona giusta, nel giusto tempo". La farmaco-genetica permette insomma di selezionare dei farmaci per ciascun individuo in modo che funzionino al massimo livello e con i minimi effetti collaterali. Luciano Fecondini, consigliere di Consobiomed (consorzio del modenese con 33 aziende associate che fatturano 100 milioni di euro l'anno), ha evidenziato gli enormi disagi provocati dai ritardi nei pagamenti delle strutture pubbliche: "Siamo nell'ordine dei 280 giorni. Così' gli sforzi degli imprenditori vengono messi a dura prova. Ancor piu' se le imprese sono di dimensioni medio-piccole e sottocapitalizzate.
  Veniamo dalla leadership europea nel settore dei dispositivi medici e l'abbiamo persa per questi due motivi: ritardo nei pagamenti pubblici e mancanza di capitali di rischio". In conclusione del convegno, l'intervento di Carlo Lusenti, assessore alla Salute della regione Emilia-Romagna che ha invitato all'ottimismo: "Non si puo' guidare guardando sempre nello specchietto retrovisore, perchè' si va a sbattere. Si pensa alla sanità' sempre come una zavorra e un costo per il Paese. Invece e' un pezzo fondamentale della ricchezza dell'Italia. Rappresenta il 14% del Pil e questo non lo dice mai nessuno. E' la piu' grande fabbrica 'brain intensive', non work intensive. Ciò' su cui dobbiamo puntare visto che ci mancano le materie prime".

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